Secondo una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos e diffusa in occasione della diciannovesima edizione del Safer Internet Day, che si celebra oggi, il 53% dei cittadini italiani si sente esposto a rischi in ambiente digitale.
L’indagine ha analizzato percezione, rischi, esperienze personali e misure adottate dagli italiani sul tema cyber risk. È stata realizzata presso un campione nazionale rappresentativo della popolazione di età 16-74 anni e residenti nelle principali aree metropolitane secondo genere, età, area geografica, ampiezza centro, titolo di studio, tenore di vita, professione e nucleo familiare. Sono state realizzate 1.720 interviste. Le violazioni coinvolgono soprattutto la Generazione Z (32% delle persone tra 16 e 26 anni) e si verificano in maniera uniforme in tutta Italia; mentre con l’aumentare dell’età decrescono.
Tra coloro che hanno subito delle violazioni, i più esposti risultano essere coloro che utilizzano i social network con una frequenza medio-elevata (36%), seguiti da persone classificabili come “esperti nel digitale” (28%) e “non esperti” (15%).
La classifica dei rischi considerati più gravi nella navigazione web vede al vertice il furto di identità (58%), seguito dalla clonazione della carta di credito (53%), dall’utilizzo dei dati personali per altri scopi (40%) e dalla violazione della privacy (39%).
4 intervistati su 10 valutano il cyberbullismo come un grave rischio, avvertito soprattutto tra le donne (43%) e in egual misura nelle diverse generazioni, dal 41% della Generazione Z al 40% dei Baby Boomers.
L’ecommerce e i pagamenti online sono invece considerati molto sicuri.