«La battaglia contro la pedofilia deve essere rovente, infuocata, potente e pregna di un arguto coraggio». Il Report presentato dall’Associazione Meter si apre con le parole di una diciottenne, vittima di abuso all’età di 12 anni. Secondo i dati emersi dall’analisi, il 2021 ha dimostrato che il fenomeno della pedofilia e pedopornografia colpisce tutti i continenti, con Internet che si conferma il mezzo più utilizzato per perpetrare tali comportamenti, grazie alla possibilità offerte dall’anonimato e dalla velocità dei server.
Lo scorso anno il numero dei link a siti pedopornografici è salito (da 14.521 a 14.679), insieme ai casi seguiti dal Centro Ascolto dell’Associazione Meter e alle richieste telefoniche (quasi raddoppiate). Scendono invece le foto (da 3.768.057 a 3.479.052), i video (da 2.032.556 a 1.029.170) e le chat segnalate (da 456 a 316). La quota maggiore di denunce di link, foto e video riguarda la fascia 8-12 anni, seguita dalla fascia 3-7 e, infine, dalla cosiddetta infantofilia, cioè gli abusi e stupri verso bambini di 0-2 anni. Sono i continenti più ricchi a fornire i servizi sfruttati dai pedofili di tutto il mondo: l’America offre 11.161 link a siti pedopornografici, al secondo posto l’Europa, con 2.515 link, al terzo l’Asia con 137. Africa e Oceania non contano alcun link.
Oggi il mondo degli abusi online è diventato insondabile. I colossi del web spesso si appellano alla tutela della privacy dei propri utenti e ostacolano alle indagini della polizia, che si trova a combattere una lotta impari. I cyber-pedofili, quindi, sfruttano i codici della privacy che impediscono alle autorità di utilizzare strumenti che ledano la riservatezza di chi naviga in Rete
La nuova tendenza sono i giochi online, che stanno sostituendo le altre attività svolte in precedenza dai bambini nel tempo libero, ma rischiano di sconfinare nella dipendenza. I ragazzini di oggi giocano online, isolandosi dal mondo, con sconosciuti che non necessariamente hanno la loro età e, dal momento che ai giochi online di gruppo possono partecipare i minori quanto gli adulti, il rischio adescamento è concreto. Meter spiega che «non di rado l’adescatore richiede al minore un contatto telefonico per spostare la comunicazione dalla chat del videogioco ad una chat privata, con lo scopo di manipolare il minore per creare una relazione affettiva e in alcuni casi ottenere anche immagini di nudo».
Meter pone l’attenzione anche su un problema di fondo: la pedofilia culturale. Esiste infatti una vera e propria lobby, il cui scopo è normalizzare la pedofilia presentandola come un orientamento sessuale. Al momento mezzi normativi approntati per contrastare la pedofilia culturale trovano rarissima applicazione.
È quindi necessaria un’azione congiunta dei legislatori che permetta di emanare leggi capaci di regolamentare il mondo del web e contrastare il fenomeno, insieme a una contro-opera di sensibilizzazione a tutela dei bambini, che Meter svolge attraverso iniziative di formazione in scuole, università, diocesi. Solo così sarà possibile salvare i minori dallo sfruttamento sessuale e dal traffico di materiale che genera lucro a loro spese.