I ricercatori di uno studio condotto negli Stati Uniti hanno utilizzato le tecniche di apprendimento automatico tramite IA per analizzare centinaia di immagini cerebrali provenienti da 36 atleti praticanti sport di contatto. Confrontando queste immagini con quelle riguardanti atleti che praticano sport in cui il contatto fisico non è invece previsto, è emerso che i primi mostravano piccoli cambiamenti strutturali nel cervello. Questo nonostante non avessero mai ricevuto una diagnosi di commozione cerebrale.
I risultati della ricerca, pubblicati sul The Neuroradiology Journal, evidenziano “il potere dell’intelligenza artificiale nel consentire di visualizzare ciò che prima non si poteva vedere, in particolare le lesioni invisibili che non emergono dalle scansioni MRI convenzionali”.
Il responsabile dello studio presso la NYU Tandon School of Engineering, Junbo Chen, ha dichiarato che questa tecnica potrebbe diventare uno strumento diagnostico fondamentale non solo nel caso di commozioni cerebrali, ma anche per rilevare danni derivanti da impatti lievi ma frequenti.
I risultati dello studio sono ancora più significativi se si considera il fatto che i gruppi di atleti presi in esame presentavano una struttura cerebrale molto simile. Secondo la dottoressa Yvonne Lui, coautrice dello studio, questo rende evidente il rischio per la salute cerebrale associato a determinati tipi di sport.
Per il momento lo studio ha coinvolto solo atleti di sesso maschile, ma in futuro è previsto un coinvolgimento anche di atleti di sesso femminile.
L’impiego dell’intelligenza artificiale insieme agli esami di imaging tradizionali rappresenta un importante passo avanti nella diagnostica medica, potrebbe rappresentare un aiuto concreto non solo nei trattamenti ma anche per quanto riguarda la prevenzione, in particolare per gli atleti.
M.M.