Google ha deciso di alzare l’asticella nel mondo della ricerca online: con AI Overview. Basta perdersi tra liste di link: le risposte alle nostre ricerche vengono raggruppate e riassunte dall’intelligenza artificiale, in cima ai risultati di ricerca, riducendo la necessità dell’utente di navigare tra più pagine.
Comodo per gli utenti, certo. Ma per chi fa business online?
Le aziende italiane dovranno ripensare le proprie strategie di presenza digitale. Se prima la sfida era scalare le SERP, piazzarsi tra i primi risultati per avere visibilità, ora bisogna convincere l’AI di Google a citarti nelle sue risposte.
Aumenta quindi il valore dei contenuti originali, affidabili e ben strutturati, in grado di essere selezionati dal sistema AI come fonti attendibili.
Si apre un nuovo scenario in cui la visibilità non dipende solo dall’ottimizzazione tecnica, ma anche dalla reputazione informativa. Per i brand italiani, soprattutto le PMI, è un momento delicato: sono chiamati a investire in contenuti di qualità e strategie SEO capaci di dialogare con questi nuovi strumenti.
Dal punto di vista normativo, inoltre, resta aperta la questione della trasparenza degli algoritmi, del diritto alla visibilità e del possibile squilibrio competitivo tra chi riesce a “entrare” nell’AI Overview e chi resta fuori.
Servono visione e strategia. E serve far sentire la propria voce, prima che a decidere tutto siano solo gli algoritmi. Perché se l’intelligenza artificiale filtra ciò che vediamo, allora entrare nel suo radar non è più un vantaggio: è una necessità.
A.C.
Diritto dell’informazione
“Diritto dell’informazione: la bussola per orientarsi tra notizie e giurisprudenza.”
Continua a seguirci!
Plugin Install : Subscribe Push Notification need OneSignal plugin to be installed.