L’AI Pact, il nuovo patto volontario promosso dalla Commissione Europea per incoraggiare l’adozione precoce di principi chiave dell’AI Act, ha raccolto l’adesione di numerose grandi aziende tecnologiche, tra cui OpenAI, Microsoft, Amazon, Google e IBM. Tuttavia, un’assenza di spicco è quella di Meta, che non figura tra i firmatari. Tra le 115 aziende che hanno aderito, ci sono nomi noti come Booking, la startup tedesca Aleph Alpha, e la controversa società statunitense Palantir, che sviluppa tecnologie per la difesa. Questo accordo non ha valore legale, ma mira a dimostrare l’impegno delle aziende a conformarsi anticipatamente alle normative europee sull’intelligenza artificiale.
Obiettivi del Patto e Ruolo dell’AI Act
Il Patto Europeo per l’Intelligenza Artificiale è stato pensato come uno strumento per incoraggiare le aziende a prepararsi in vista dell’entrata in vigore dell’AI Act, prevista per febbraio 2025. L’AI Act è la normativa dell’Unione Europea destinata a regolamentare l’utilizzo di tecnologie AI considerate ad alto rischio, tra cui sistemi di riconoscimento biometrico, la sorveglianza di massa, il riconoscimento delle emozioni in contesti lavorativi o scolastici e la polizia predittiva.
Il Patto AI, invece, ha l’obiettivo di spingere le aziende a conformarsi volontariamente a determinate regole prima che queste diventino obbligatorie. I firmatari si impegnano a sviluppare una strategia di gestione dell’AI, mappare i sistemi ad alto rischio e investire nella formazione del personale. Tra gli impegni facoltativi ci sono la creazione di sistemi per individuare i rischi legati alla sicurezza e alla salute, e l’adozione di misure di controllo umano sui processi AI.
L’Impatto del Patto: Immagine o Sostanza?
Sebbene l’AI Pact non abbia valore legale, rappresenta un forte segnale di impegno da parte delle aziende nell’adottare le norme europee sull’Intelligenza Artificiale. Secondo gli esperti del settore, tra cui Gianluca Girardi, amministratore delegato di LT42, il patto è stato accolto con entusiasmo, nonostante la sua natura fortemente istituzionale. Girardi ha sottolineato come il patto sia basato su quattro principi fondamentali: fiducia, innovazione, consapevolezza e alfabetizzazione tecnologica.
Anche Alessandro Caridi, partner di Pricewaterhouse Cooper, ha espresso il suo supporto all’iniziativa, definendo l’AI Pact una “tecnologia trasformativa con numerosi effetti benefici” e sottolineando l’impegno della sua azienda a migliorare le competenze nel settore e a guidare i clienti nel loro percorso di innovazione digitale.
Il Futuro dell’AI in Europa
L’AI Pact è solo un primo passo verso la regolamentazione completa che sarà imposta dall’AI Act nel 2025. Le aziende che operano nel settore dell’Intelligenza Artificiale dovranno necessariamente adattarsi a queste normative, pena l’esclusione dal mercato europeo. Le sfide sono numerose, specialmente per coloro che sviluppano sistemi ad alto rischio, e il patto rappresenta un tentativo di dimostrare che è possibile conciliare innovazione e regolamentazione.
L’impegno delle aziende a seguire volontariamente il patto dimostra una consapevolezza crescente dell’importanza di uno sviluppo etico dell’AI, anche se resta da vedere quanto questi impegni saranno effettivamente rispettati e monitorati. Il report annuale previsto per i firmatari sarà cruciale per valutare l’efficacia e la trasparenza delle misure adottate.
In conclusione, l’AI Pact rappresenta un segnale importante nel panorama europeo dell’Intelligenza Artificiale, ma il suo successo dipenderà dalla capacità delle aziende di trasformare gli impegni in azioni concrete, in linea con le rigorose norme dell’AI Act.
A.L