Venerdì 25 febbraio Anonymous, noto collettivo di hacker internazionali, ha dichiarato una ‘cyberguerra’ alla Russia di Putin, dopo nemmeno 24 ore dai primi attacchi contro l’Ucraina.
L’annuncio è stato fatto su Twitter, il loro canale principale dove hanno un seguito di oltre 7 milioni di followers: “Anonymous è attualmente coinvolto in operazioni contro la Federazione russa. Le nostre operazioni prendono di mira il governo russo. È inevitabile che anche il settore privato ne risentirà molto”.
Poiché si tratta di un collettivo, Anonymous si è rivolto a tutti gli altri pirati informatici: “Hacker di tutto il mondo: prendete di mira la Russia nel nome di Anonymous: fategli sapere che non perdoniamo e non dimentichiamo” .
La prima azione è stata colpire il sito web di “Russia Today”, in risposta all’ invasione dell’Ucraina da parte del Cremlino.
Poche ore dopo il primo attacco informatico, Anonymous ha poi hackerato anche il sito del Ministero della Difesa russo e ne ha diffuso il database contenente numeri telefonici, indirizzi di posta e nomi di dipendenti del Ministero (diffusione che, però, la Russia ha sempre negato), per poi il sito web del Cremlino: gli hacker di Anonymous hanno infatti comunicato di aver mandato offline i siti governativi e aver girato le informazioni ai cittadini russi, in modo da contrastare la severa censura imposta da Putin. Hanno anche aggiunto che stavano per garantire al meglio la connessione online del popolo ucraino.
Il giorno dopo, sabato, è arrivato il turno della piattaforma online dell’Agenzia spaziale russa (roscosmos.ru) e del sistema ferroviario rzd.ru.
Domenica gli hacker hanno preso il controllo del Russian Linux terminal di Nogir, sito della rete di controllo del gas russo, modificando i dati e alzando la pressione del gas al punto di dare quasi il via a un incendio, bloccato dalla rapida azione di un responsabile. Poi hanno reso irraggiungibili circa 300 siti internet di compagnie, banche e quelli dei colossi energetici Gazprom, Lukoil e Rosneft e del Ministero dell’Energia russo.
Inoltre, hanno colpito anche i siti delle agenzia di stampa russe Tass, Fontanka e RBK, di alcuni quotidiani come Kommersant e Izvestia, e il sito di notizie Znak.ru; per alcuni istanti, sulle home page di questi media è apparso un messaggio in cui si sollecitavano i russi a “porre fine a questa follia, a non inviare i propri figli e mariti a una morte certa”, sottolineando che “Putin ci costringe a mentire” (come una sorta di confessione da parte dei media in questione).
I cyber attack di Anonymous si rivolgono anche alla Bielorussia, alleata della Russia. Il primo è stato contro le ferrovie bielorusse: gli hacker hanno affermato che “tutti i servizi sono fuori uso” e resteranno “disattivati finché le forze russe non lasceranno il territorio della Bielorussia”. Il secondo secondo è avvenuto contro le banche del Paese.