La multinazionale statunitense Apple ha citato in giudizio Nso, azienda di intelligence israeliana che fornisce ai governi sistemi per spiare le attività sugli smartphone di terroristi e altri criminali, accusandola di aver usato Pegasus, un software che può essere installato sui dispositivi iOS e Android, per spiare le attività di alcuni suoi utenti negli Stati Uniti.
Così, grazie allo spyware Pegasus, Nso ha potuto estrarre messaggi, foto e e-mail, registrare telefonate e attivare segretamente telecamere e microfoni sui dispositivi iOS e Android.
L’azione legale avviata dal gruppo statunitense chiede un’ingiunzione contro Nso per impedirle di utilizzare qualsiasi software, servizio o dispositivo Apple.
Dall’introduzione della causa è immediatamente possibile comprendere la posizione di Apple nei confronti di Nso Group: “Gli imputati sono famigerati hacker, mercenari immorali del XXI secolo che hanno creato un apparato di cyber-sorveglianza altamente sofisticato che invita ad abusarne in modo sistematico e flagrante. Essi progettano, sviluppano, vendono, consegnano, distribuiscono, operano e mantengono prodotti e servizi malware e spyware offensivi e distruttivi che sono stati utilizzati per colpire, attaccare e danneggiare gli utenti Apple, i prodotti Apple e Apple. Per il proprio guadagno commerciale, permettono ai loro clienti di abusare di tali prodotti e servizi per colpire individui, tra cui funzionari governativi, giornalisti, uomini d’affari, attivisti, accademici e persino cittadini statunitensi.”
In un comunicato di Apple, Craig Federighi, vicepresidente senior del reparto software della società, ha detto: “Gli attori sponsorizzati dagli Stati come Nso Group spendono milioni di dollari in sofisticate tecnologie di sorveglianza senza un’effettiva responsabilità. Questo stato di cose deve cambiare. I dispositivi Apple sono l’hardware di consumo più sicuro sul mercato, ma le aziende private che sviluppano spyware sponsorizzati dagli Stati sono diventate ancora più pericolose.”
Una causa simile, sempre nei confronti di Nso, è stata avviata nel 2019 da WhatsApp, di proprietà di Facebook. Nso veniva accusata di essere responsabile di attacchi mirati contro circa 1.400 suoi utenti con spyware, e la causa è tuttora ancora in corso.
All’inizio di novembre, poi, gli Stati Uniti hanno poi aggiunto Nso all’elenco delle aziende che non possono acquistare prodotti tecnologici dalle società statunitensi senza l’approvazione del governo.
Più recentemente, Nso Group è tornata sulle pagine di cronaca per avere permesso attraverso lo spyware Pegasus di spiare oltre 50mila personalità tenute d’occhio da vari governi, tra cui Ungheria, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, e per avere sfruttato una falla di iOS per offrire la possibilità al governo del Bahrain di monitorare un gruppo di attivisti.
A margine della causa, Apple ha dichiarato che sosterrà le organizzazioni che promuovono la ricerca e la sensibilizzazione sulla cybersorveglianza anche finanziariamente, impegnandosi a distribuire per questo scopo dieci milioni di dollari più le somme che riuscirà a ottenere come risarcimento danni dalla causa.
Darà inoltre assistenza tecnica, di intelligence delle minacce e ingegneristica a Citizen Lab, il gruppo di ricercatori che ha aiutato Apple a scoprire e chiudere gli exploit di Nso Group.
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