Il Digital market act (Dma), il regolamento sui mercati digitali, è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue.
Il Dma definisce nuove regole per le grandi piattaforme online (“gatekeeper”). Esse devono ora garantire che l’annullamento dell’iscrizione ai servizi di base della piattaforme sia altrettanto facile dell’iscrizione nonché garantire l’interoperabilità delle funzionalità di base dei servizi di messaggistica istantanea. Inoltre devono dare agli utenti commerciali l’accesso ai loro dati di marketing o di performance pubblicitaria sulla piattaforma e informare la Commissione europea delle loro acquisizioni e fusioni.
Non sarà più possibile per le aziende classificare i propri prodotti o servizi più in alto rispetto a quelli degli altri (auto-preferenziazione) e preinstallare determinate applicazioni o software, impedendo agli utenti di disinstallare facilmente tali applicazioni o software. Inoltre, i browser web, non potranno più essere installati di default su un sistema operativo. Agli sviluppatori non sarà più impedito di utilizzare piattaforme di pagamento di terze parti per la vendita delle app. Stop, infine, al riutilizzo dei dati privati raccolti durante un servizio ai fini di un altro servizio.
Con queste norme la Ue mira ad innovare il contesto regolatorio per garantire che gli utenti digitali abbiano accesso a prodotti sicuri e proteggere i diritti fondamentali degli utenti e consentire una concorrenza libera e leale nei settori digitali per stimolare l’innovazione e la crescita. Una legge attesa da anni che mira a rendere il settore digitale più equo e competitivo.
Il Dma considera gatekeeper le imprese da 7,5 miliardi di fatturato annuo, con 45 milioni di utenti mensili e una posizione di mercato stabile e duratura.
Se una grande piattaforma online viene identificata come gatekeeper, dovrà conformarsi alle regole della Dma entro sei mesi e se un gatekeeper viola le regole stabilite dal Dma, rischia una multa fino al 10% del suo fatturato mondiale totale. In caso di recidiva può essere comminata una multa fino al 20% del suo fatturato mondiale. Se un gatekeeper non rispetta sistematicamente la Dma, ossia viola le regole almeno tre volte in otto anni, la Commissione europea può avviare un’indagine di mercato e, se necessario, imporre rimedi comportamentali o strutturali.
In dirittura d’arrivo anche il Digital Service Act, il secondo pilastro del pacchetto regolatorio Ue che mira ad innovare le norme dell’economia digitale, dopo il via libera definitivo dal Consiglio Ue, così come concordato in primavera dai co-legislatori.