In merito alla diffusione di frammenti di video intimi relativi al caso del presunto stupro compiuto da Ciro Grillo e altri amici, sono intervenuti i genitori della ragazza, conferendo al proprio legale il mandato di agire in sede giudiziaria contro tutti coloro che hanno partecipato e parteciperanno a questo tiro al bersaglio. Vedere, infatti, il corpo della propria figlia esibito come fosse un trofeo, non fa altro che accrescere il dolore provato dalla famiglia, in una circostanza già molto delicata di per sé.
Nonostante l’indagine sia stata chiusa più di cinque mesi fa, gli ultimi interrogatori hanno fatto riaprire il fascicolo e, a conclusione delle indagini ‘suppletive’, sarà depositato in cancelleria un nuovo avviso di conclusione delle indagini. Soltanto allora la Procura chiederà il rinvio a giudizio o il non luogo a procedere dei quattro giovani, i quali continuano a sostenere che la ragazza fosse consenziente. I pm scrivono che risultava enormemente compromessa la lucidità della vittima quando è stata condotta nella camera matrimoniale dove gli indagati l’avrebbero costretta ad avere dei rapporti sessuali. Accuse di violenza che sono state negate da Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, affermando che le prove a discarico sono contenute nel video girato proprio quella notte.
Sulla vicenda è intervenuto anche Beppe Grillo che ha definito “strano” il fatto che la denuncia sia avvenuta soltanto dopo otto giorni dall’accaduto e al quale la ragazza ha risposto asserendo di avere denunciato solo dopo essere ritornata a casa ed essersi confidata con i genitori. Questi ultimi, attraverso l’avvocato Giulia Bongiorno, si sono fatti sentire e, dopo avere attaccato nei giorni scorsi Grillo per il video, hanno definito una farsa ripugnante il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui.
Il Garante della privacy, a tal proposito, in una nota ha scritto: “In relazione alla circostanza – riferita dai genitori della ragazza presunta vittima di stupro attraverso il loro legale – che frammenti del video, relativo all’oggetto del procedimento penale, vengano condivisi tra amici, il Garante per la protezione dei dati personali richiama l’attenzione sul fatto che chiunque diffonda tali immagini compie un illecito, suscettibile di integrare gli estremi di un reato oltre che di una violazione amministrativa in materia di privacy”.