Nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale, la percezione di quello che rimane di una persona dopo la sua morte non è più la stessa. Se prima si aveva paura di dimenticare la sua voce o il suono della sua risata, ad oggi questo timore viene in parte attenuato dall’intervento dei modelli avanzati di AI, in particolare quando si parla di celebrità come Michael Jackson, Tupac Shakur, Stephen Hawking e Robin Williams. Ed è proprio in questi giorni che la diffusione di clip e materiali generati da SORA2, nuovo generatore di video AI della società OpenAI, che riportano in vita virtualmente queste personalità, sta sollevando dibattiti sul piano etico e legale.
Invece i personaggi pubblici ancora in vita possono dare o revocare il proprio consenso per aderire alla funzione “cameo” di Sora2, scansionando il proprio volto con uno smartphone per essere ricreati fedelmente in digitale, con la garanzia di pieno controllo della propria immagine. Al contrario, per le celebrità scomparse questa possibilità non esiste, e la gestione della loro immagine dipende dalla legislazione dello Stato di riferimento.
In Italia vige il divieto di utilizzo dell’immagine di personaggi deceduti, senza l’approvazione degli eredi. Negli Stati Uniti la situazione è complessa: in California non è autorizzato nei casi in cui siano presenti “fini pubblicitari o di vendita, o per sollecitare l’acquisto di prodotti o servizi”, eccetto per scopi “trasformativi”; a New York è vietato l’uso non autorizzato di repliche digitali talmente realistiche da indurre gli utenti a credere che si tratti di un’esibizione reale dell’individuo e che l’uso sia stato autorizzato dal soggetto. Questo divieto si può aggirare presentando esplicitamente “una dichiarazione di non responsabilità”.
Rispetto a quanto accaduto, non si sono fatte attendere le reazioni dei familiari delle “vittime”, tra queste quella di Zelda pubblicata in una story di Instagram e successivamente rimossa. Infatti, la figlia dell’attore Robin Williams ha dichiarato di essere infastidita dai video AI che le vengono inviati, sottolineando che ciò non è quello che il padre avrebbe voluto.
Nonostante le critiche, OpenAI non si oppone alla generazione di personaggi storici, ma ha introdotto il consenso esplicito dei detentori dei diritti d’autore.
C.Z.

















