Brian Hood, neo-sindaco di Hepburn Shire, una cittadina a nord-ovest di Melbourne, sta procedendo per vie legali contro OpenAi e l’azione potrebbe sfociare in una causa per diffamazione.
La vicenda ruota attorno a una delle cosiddette “allucinazioni”, ossia una risposta errata, di ChatGPT. Dopo l’elezione diversi cittadini hanno utilizzato il chatbot per cercare informazioni sul nuovo sindaco e come risposta hanno ottenuto il collegamento di Hood a uno scandalo di corruzione che ha riguardato una filiale della Reserve Bank of Australia nei primi anni 2000. Secondo l’IA Hood fu arrestato per corruzione in seguito allo scandalo.
Brian Hood, come riportato dalla Reuters, ha effettivamente lavorato per una filiale della Reserve Bank, la Note Printing Australia. Non è mai stato accusato di alcun reato, anzi fu proprio lui a smascherare il giro di tangenti a funzionari stranieri per l’assegnazione di alcuni contratti di fornitura.
I cittadini, dopo aver letto tali notizie, hanno subito avvisato Hood.
Quindi, il sindaco ha dato mandato al suo legale di inviare una missiva a OpenAi, per chiedere di correggere l’errore ed eliminare l’allucinazione entro 28 giorni.
Ad oggi, OpenAi non ha risposto alla richiesta formulata il 21 marzo dall’avvocato di Hood. Qualora la causa dovesse andare avanti si tratterebbe della prima volta in cui un’azienda deve rispondere per azioni commesse dalla sua intelligenza artificiale.
“Sarebbe potenzialmente un momento storico, perché la legge sulla diffamazione verrebbe applicata ad una nuova area dell’intelligenza artificiale”, ha dichiarato James Naughton, partner dello studio legale Gordon Legal di cui è cliente Hood.
(S.F.)