Il Presidente della Fondazione Altroconsumo, Paolo Martinello, denuncia l’opacità delle informazioni relative all’emergenza Covid e racconta le iniziative promosse per difendere i consumatori da truffe, disservizi e speculazioni commerciali
Ritiene che i consumatori durante il Covid abbiano subìto più o meno vessazioni rispetto agli altri periodi?
La pandemia ha stravolto la vita dei consumatori, è difficile fare confronti con altri periodi. La principale preoccupazione ha ovviamente riguardato la salute e i servizi offerti dal sistema sanitario nazionale. Non mi riferisco solo ai cittadini colpiti dal Covid, ma anche a tutti gli altri per i quali le prestazioni e le cure sono state bloccate e rinviate, con un ulteriore impatto sulla salute pubblica in aggiunta a quello diretto del virus. Sul fronte economico, Altroconsumo ha denunziato alcune speculazioni commerciali legate alla pandemia (dai prezzi delle mascherine e di altri prodotti di prima necessità, all’offerta di fantomatici prodotti anti-Covid…), che siamo riusciti a bloccare sul nascere, così come le scorrettezze delle compagnie aeree ed altri fornitori di servizi che rifiutavano i rimborsi dei biglietti inutilizzati. Un tema in parte ancora aperto e sul quale la UE ha dovuto intervenire contro alcune misure del Governo italiano non rispettose dei diritti dei consumatori riconosciuti in Europa.
Reputa soddisfacente la regolamentazione dei diritti dei consumatori nel nostro ordinamento giuridico?
Il quadro giuridico italiano di tutela dei consumatori negli ultimi decenni è notevolmente migliorato, in gran parte grazie alle direttive europee. Resta molto da fare soprattutto sul tema del c.d. enforcement, vale a dire il rispetto delle regole e la verifica della loro reale attuazione. In Italia un ruolo molto efficace lo svolge l’Autorità Antitrust, non solo in materia di concorrenza, ma anche di pratiche commerciali scorrette, pubblicità ingannevole, clausole contrattuali abusive. Non a caso è intervenuta urgentemente bloccando pubblicità fasulle sui prodotti anti-Covid e chiudendo decine di siti illegali sui quali venivano venduti. Resta però l’inefficienza della giustizia civile, che pesa sia sul sistema economico che sui consumatori. Ad esempio, non abbiamo ancora una class action efficace. Ma anche su questo tema, la UE ci sta aiutando a migliorare le cose.
Che ruolo possono avere i codici deontologici nel raggiungimento di standard apprezzabili di difesa dei diritti dei consumatori?
In Italia i codici deontologici non hanno mai avuto particolare successo, a differenza dei Paesi anglosassoni. Un esempio positivo, ma isolato, è quello dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP), che svolge un’utile funzione di controllo della pubblicità nell’interesse sia degli operatori che dei consumatori. Altroconsumo promuove da tempo il dialogo con le imprese in vari settori economici, che potrebbe sfociare anche in codici di auto-regolamentazione. Noi siamo pronti, spetta alle imprese fare la loro parte.
Siete tra i promotori della campagna DatiBeneComune che chiede al Governo di aprire i dati sull’emergenza Covid-19. Vuole spiegarci nel dettaglio di cosa si tratta?
Si tratta di una importante iniziativa lanciata nei giorni scorsi da Altroconsumo insieme a numerose organizzazioni della società civile italiana, estremamente preoccupate dal crollo di fiducia generato dalla gestione dell’emergenza COVID-19. In questo momento una corretta comunicazione, basata sull’evidenza dei dati, è quanto mai importante per comprendere le scelte istituzionali che impattano sulla vita delle persone. Vediamo di continuo decisioni prese per limitare il contagio sulla base di dati che non sono pubblici, mentre la trasparenza è alla base di ogni democrazia!
E’ stata inviata una lettera al governo per riaffermare che i cittadini hanno il diritto di conoscere su quali dati e quali analisi si basano le decisioni prese. Abbiamo chiesto che vengano resi disponibili, aperti, interoperabili e disaggregati tutti i dati comunicati dalle Regioni al Governo dall’inizio dell’epidemia per monitorare e classificare il rischio epidemico. E di rendere pubbliche le evidenze scientifiche, le formule e gli algoritmi, che mettono in correlazione la valutazione del rischio, le misure restrittive e l’impatto epidemiologico ad esso correlato. Il tema degli open data non è nuovo, ma la pandemia lo ha reso urgente e centrale per un corretto rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni e quindi per il successo stesso delle misure prese.
Avete preparato una Guida sul Covid-19 scaricabile gratuitamente dal vostro sito. Quali sono le informazioni in essa contenute?
La Guida digitale tratta vari argomenti legati al Covid, dalle informazioni sanitarie ai test sierologici, dai vaucher ai rimborsi per eventi o viaggi annullati. L’obiettivo è di accompagnare i consumatori e i cittadini in questa “traversata del deserto” che sta diventando la pandemia per tutti noi, stando al loro fianco e aiutandoli a superare le paure con una informazione corretta. Stiamo valutando di pubblicarne una versione aggiornata.
Quali altre iniziative avete messo al servizio dei cittadini dall’inizio della pandemia?
Dall’inizio della pandemia l’attività di Altroconsumo non si è mai fermata, anzi alcuni servizi, ad esempio la consulenza individuale e gli accessi al sito, hanno registrato una forte crescita. Continuiamo a fare inchieste sul campo, mettendoci come sempre nei panni dei consumatori, per verificare storture e inefficienze: ad esempio, abbiamo appena visitato centinaia di farmacie per registrare la carenza dei normali vaccini anti influenzali, particolarmente grave in questo momento. Abbiamo verificato il costo dei tamponi nelle varie strutture sanitarie e regioni italiane. E poi testato prodotti molto richiesti, come i disinfettanti e i prodotti per sanificare gli ambienti. Insomma continuiamo a fare il nostro lavoro, convinti che esso sia utile ai nostri 360 mila soci e ai consumatori in generale per superare questo bruttissimo periodo.
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