L’ente nazionale cinese per la standardizzazione della sicurezza delle informazioni ha diffuso un documento intitolato “Basic security requirements for generative artificial intelligence service”, che detta le specifiche alle quali dovranno conformarsi i fornitori di servizi basati sull’Ai generativa. L’atto, seppur ancora in versione non definitiva, evidenzia l’approccio del governo cinese per gestire l’impatto dell’Intelligenza artificiale sui rapporti sociali e politici.
Gli effetti di questo documento vanno oltre la semplice standardizzazione tecnica perché consentono un controllo immediato e diretto sull’intera filiera dei servizi basati su Ai, dalla progettazione all’erogazione e, quindi, prima che possano essere usati a danno della collettività.
In una curiosa simmetria con i governi occidentali, l’esecutivo di Pechino ha rivolto la propria attenzione principalmente verso l’impatto dell’Ai su disinformazione, condizionamento dell’opinione pubblica, discriminazione, sicurezza e protezione dei dati personali. Dunque, ad una prima lettura queste misure temporanee appaiono pienamente il linea con il dibattito pubblico europeo e americano. Tuttavia, un’analisi più dettagliata rivela delle differenza sostanziali in termini di gerarchia delle proprietà e delle tutele degli utenti.
Il punto cardine di queste misure sta nel loro ambito di applicazione, ovvero i confini statali della Repubblica popolare cinese. Questo significa due cose: la prima, che le aziende cinesi sono libere di progettare i propri modelli di Ai come vogliono quando si rivolgono ad un pubblico straniero. La seconda, che le Ai straniere messe a disposizione del pubblico cinese devono rispettare le regole nazionali cinesi.
L’articolo 4 del documento si distanzia ancor di più dalla regolamentazione occidentale, stabilendo che l’erogazione e l’uso dei servizi basati sull’Intelligenza artificiale devono: aderire ai valori socialisti; evitare qualsiasi possibilità di utilizzo per sovvertire o incitare alla sovversione dell’ordine costituito; evitare l’alterazione del mercato; rispettare i diritti delle persone; non mettere in pericolo la salute fisica e mentale. Da ultimo, ma non per questo meno importante, si stabilisce l’obbligo di rendere i servizi Ai trasparenti e in grado di produrre risultati accurati e attendibili.
Dalla lettura di queste regole non è difficile intuire l’impostazione da “doppio binario” della scelta regolamentare cinese, ovvero il saldo controllo sulla circolazione delle informazioni, il contrasto alla dissidenza politica, la limitazione dell’operatività delle aziende straniere nel mercato interno e, al contrario, una maggiore flessibilità delle aziende cinesi che operano nel settore sui mercati internazionali.
F. S.