La multinazionale francese di consulenza Capgemini ha pubblicato un nuovo report “New defenses, new threats: What AI and Gen AI bring to cybersecurity” dove ha intervistato più di mille aziende sulla tematica dell’AI.
Durante questo lavoro sono state evidenziate 3 nuove aree di rischio per le organizzazioni. Queste si sono sviluppate negli ultimi anni a causa dell’AI. Infatti, gli attacchi online sono diventati più sofisticati, più ampi e il ciclo di vita delle nuove difese si è accorciato. Tutto ciò ha portato al bisogno di aumentare il budget investito dalle aziende nella cybersecurity.
Molte aziende nell’ultimo periodo affermano di aver iniziato ad impiegare l’AI nella propria cybersecurity, anche se il 97% delle aziende intervistate afferma che ha subito violazioni e problemi di sicurezza legati all’utilizzo dell’AI in azienda.
D’altro canto però nel report si può vedere come il 60% delle aziende ha affermato che l’utilizzo dell’AI in azienda ha portato un miglioramento effettivo nella vita aziendale.
La società di consulenza britannica Deloitte, nel suo studio “Trust in the era of Generative AI”, rivolge il suo sguardo verso i dipendenti e su cosa pensano dell’introduzione dell’AI nella loro vita lavorativa.
Tra i vari dati dello studio si può vedere che il 68% dei dipendenti, che usano l’AI, vede un miglioramento della propria esperienza lavorativa.
Studiando i dati si può notare come vi sia una sostanziale differenza di pensiero nei confronti dell’AI tra gli utilizzatori, convinti che essa diventerà fondamentale per la vita dell’azienda e i non utilizzatori che invece ne sono un po’ spaventati. Vi è però un punto di contatto tra i due. Entrambi i gruppi concordano nell’affermare che bisogna migliorare il modo di proteggere i propri dati dall’AI e che bisogna mantenere un controllo umano sui risultati.
S.P.
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