Negli emendamenti al testo del decreto PNRR 2 è stata introdotta la carta prepagata come forma di pagamento e la normativa, attiva dal 30 giugno 2022, comporterà una serie di sanzioni per coloro che non vogliono accettare alternative al contante. Sette anni fa (30 giugno 2014) è stato introdotto l’obbligo di accettazione di pagamenti con mezzi tracciabili, ma le misure di fatto sono rimaste inattuate per la mancanza di una disciplina sanzionatoria, sulla quale è intervienuto ora il decreto PNRR 2.
Confesercenti ritiene tuttavia che tali sanzioni rappresentino un provvedimento inopportuno, iniquo per le imprese più piccole. Per queste, infatti, il costo della moneta elettronica è già molto elevato: la spesa annua, fra commissioni e acquisto/comodato del dispositivo, è di circa 772 milioni di euro.
Le sanzioni limitano la libertà d’impresa e obbligano le attività ad accettare pagamenti via POS anche quando i costi sono eccessivi, senza tener conto del fatto che diverse realtà del commercio e dei servizi hanno margini molto stretti, che rischiano di venire azzerati dal costo delle commissioni.
L’introduzione di sanzioni, inoltre, è poco utile alla causa della moneta elettronica, la cui adozione è in continua crescita: tra il 2014 ed il 2021 i POS nelle imprese sono più che raddoppiati. Una rivoluzione sostenuta a proprie spese dalle imprese, con un costo medio legato all’utilizzo del POS compreso fra l’1% della transazione per i POS fissi e il 2,7% per i POS cordless di ultima generazione. Questo costo ha una natura regressiva, tende cioè ad aumentare al ridursi delle dimensioni dell’esercizio. In termini assoluti, il costo per l’esercente puo’ arrivare fino a 1081 euro, a seconda del tipo di dispositivo utilizzato, del contratto e del volume delle transazioni.
La moneta elettronica rappresenta un vantaggio per la sicurezza di tutti, ma secondo Confesercenti la strada da percorrere non è quella dell’imposizione. È necessario ridurre le commissioni applicate per l’accettazione di carte di credito e di debito, azzerate per importi fino a 50 euro. Contemporaneamente, bisogna promuovere la competizione tra carte di credito e di debito e i sistemi di pagamento tecnologicamente più evoluti. Un esempio in proposito sono i sistemi di pagamento next-gen, che rimangono esclusi dal provvedimento nonostante siano caratterizzati da un costo di utilizzo notevolmente inferiore.