A maggio 2022, Google aveva annunciato di aver iniziato a siglare una serie di accordi con numerosi editori europei. Dietro a queste negoziazioni vi è il tentativo da parte del colosso americano di trovare un punto d’incontro con gli editori in merito alla Direttiva europea sul copyright (2019/790), la quale richiede agli aggregatori di notizie di pagare gli editori per frammenti di contenuto che vanno oltre le “singole parole o brevi estratti”.
Nell’ultima settimana, è stata la Germania a raggiungere un’intesa con Google su questo aspetto. Corint Media, società d’intermediazione dei diritti d’autore tedesca, ha siglato un accordo pluriennale col colosso nord-americano da 3,2 milioni di euro l’anno.
Nonostante Google si sia mostrato disponibile ad accettare questa somma, bisogna evidenziare che la cifra è ben lontana da quella proposta inizialmente da Corint Media. La società per la tutela dei diritti di numerosi editori europei, tra cui spiccano CNBC Europe e Axel Springer, aveva infatti chiesto al colosso americano un compenso di 420 milioni di euro per poter utilizzare i contenuti degli editori tedeschi nelle sue news. La cifra era stata considerata eccessiva dalla controparte, che è riuscita a scendere a un compromesso economico decisamente più accettabile.
Questo drastico calo del compenso sarebbe da collegare alla situazione editoriale tedesca. Già nel 2021, cioè ben prima che Corint Media decidesse di iniziare le negoziazioni, alcuni importanti editori tedeschi come Der Spiegel, Die Zeit, Stern, Berliner Morgenpost e altri, si erano mossi in maniera indipendente, preferendo stringere accordi individuali e personalizzati con il motore di ricerca nord-americano. Questo ha comportato un considerevole calo del potere contrattuale di Corint Media, poiché sono cambiate le valutazioni sul traffico di utenti web generato dai giornali rappresentati dalla società.
La questione però non è del tutto chiusa. Un ruolo importante spetta anche alle decisioni dell’Ufficio Tedesco Brevetti e Marchi, che potrebbe ritenere la cifra imposta a Google troppo bassa e rilanciare un importo più alto per consentire a Google di utilizzare i contenuti degli editori tedeschi.
La situazione dunque presenta ancora alcune variabili che potrebbero comportare cambiamenti nelle stime del compenso fornito da Google. Indipendentemente da ciò, Christine Jury-Fischer, direttore generale di Corint Media, con sguardo positivo, afferma che questo accordo costituisce un faro di speranza per l’editoria, capace di ridefinire e limitare il dominio di colossi come Google attraverso la solidarietà fra editori.
SF