Nei primi sei mesi del 2022 sono stati 1.142 gli attacchi cyber gravi, ovvero con un impatto sistemico in diversi aspetti della società, della politica, dell’economia e della geopolitica: nel dettaglio, si è registrata una crescita dell’8,4% rispetto al primo semestre 2021, per una media complessiva di 190 attacchi al mese, con un picco di 225 attacchi a marzo 2022, il valore più alto mai verificato.
I dati sono stati illustrati nell’ambito della presentazione dell’edizione di fine anno del Rapporto Clusit 2022 a cura di Clusit – Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica.
Visto lo scenario, ci si può aspettare che il numero di tentativi di attacchi “gravi” aumenti, anche nel nostro Paese. “L’Italia deve cogliere l’opportunità della transizione digitale per colmare le proprie lacune in materia di sicurezza informatica”, ha affermato Gabriele Faggioli, presidente di Clusit. “Lo scenario geopolitico ci pone con brutalità davanti all’obbligo di avere infrastrutture resistenti ad attacchi esterni che potrebbero minare la capacità di erogare servizi essenziali ai cittadini. Credo che mai come ora sia fondamentale una scelta politica forte, e possibilmente univoca a livello europea; mai come ora è importante usare al meglio le risorse del PNRR, nel contesto di uno sforzo politico e imprenditoriale collettivo che servirà per superare l’attuale crisi e per affrontare le prossime sfide”, ha concluso Faggioli.
Secondo gli autori del Rapporto Clusit, i cyber criminali tendono a colpire sempre più in maniera indifferenziata obiettivi molteplici. Seguono le categorie Telecommunication (+77,8%), Financial – Insurance (+76,7%), News – Multimedia (+50%), Manufacturing (+34%), Other Services (+30,8%), Ict (+11,5%), Energy – Utilities (+5,3%) ed Healthcare (+2,2%).