Sovranità condivisa, trasformazione digitale, sostenibilità ambientale: sono le sfide globali a cui dobbiamo rispondere per guardare oltre l’emergenza pandemica. In questi mesi abbiamo vissuto una tragedia umana planetaria che ha lasciato sul terreno milioni morti e ridotto oltre ottanta milioni di persone in condizioni di estrema povertà. Una tragedia che ci ha reso più consapevoli di vivere in un mondo che ha necessità di più multilateralismo per governare i processi globali che lo caratterizzano, dall’emergenza sanitaria ai cambiamenti climatici, dall’innovazione tecnologica allo sviluppo sociale e alla crescita economica. Nel contrasto a un’emergenza sanitaria senza confini, abbiamo potuto apprezzare le potenzialità di una sovranità condivisa a livello europeo. La gestione della campagna vaccinale, la strategia di ripresa di Next Generation Eu e le risorse messe in campo per attuarla, stanno tracciando un comune percorso trasformativo che, per il nostro paese, rappresenta l’occasione storica di avviare un radicale cambiamento, capace di intervenire sulle cause strutturali del declino che lo affliggono da anni. In quest’ottica il PNRR, con le riforme che devono accompagnare l’implementazione dei progetti sul territorio, assume il significato di un grande programma per dotare il Paese di condizioni operative nuove, che gli consentano di partecipare al meglio dello spazio europeo, offrire contribuiti qualificati, beneficiare dei vantaggi della crescita di competitività a livello continentale.
Da oltre vent’anni l’economia italiana non cresce, con gli investimenti pubblici impantanati nella palude di procedure talmente farraginose da rendere incerto l’esito di ogni nuovo progetto, piccolo o grande che sia. I gravi ritardi nell’implementazione dei tanti programmi di digitalizzazione delle amministrazioni sia centrali che locali, l’inefficienza della spesa dei Fondi Europei che ne è risultata, nel tempo sono diventati dei veri e propri freni per il Paese, bloccando la capacità di creare nuove opportunità di vita e lavoro per le giovani generazioni.
Pur dando atto del grande impegno messo in atto in questi mesi da governo, Parlamento, dalle istituzioni tutte per affrontare l’emergenza sanitaria, non v’è dubbio che la Sanità italiana sarebbe stata in grado di contrastare la pandemia con meno affanno e più efficacia se avesse potuto contare sull’interconnessione digitale dei sistemi sanitari regionali, su cui basare il tracciamento del contagio, la campagna vaccinale, la medicina territoriale. E che una Pa digitalizzata nelle sue diverse articolazioni nazionali e locali avrebbe avuto strumenti più efficienti e mirati per affrontare l’emergenza economica, abbattendo i tempi insostenibili della burocrazia per far arrivare tempestivamente ai destinatari le risorse stanziate.
Per cambiare il Paese dobbiamo fare la rivoluzione digitale della Pa: ecco la seconda grande sfida a cui ci ha messo di fronte la pandemia. Che significa semplificare e digitalizzare le procedure e investire in modo massiccio sulla cultura e competenze dei funzionari pubblici per elevare la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici diminuendo gli oneri amministrativi e fiscali a carico delle imprese e dei cittadini. Molto del successo del PNRR è appeso alla radicalità ed efficacia degli interventi mirati a far cambiare marcia alla macchina dello Stato.
Se rilanciare l’economia resta un elemento fondamentale per creare prospettive di lavoro, garantire la stabilità e mettere a disposizione risorse per le politiche di coesione sociale, guardare oltre l’emergenza significa necessariamente accettare la terza sfida a cui ci ha chiamato la pandemia: il perseguimento della sostenibilità ambientale.
Sostenibilità ambientale che è sempre più presente nella dinamica concorrenziale delle imprese attraverso l’innovazione tecnologica e organizzativa, di prodotto e di processo. La riduzione dell’impatto ambientale delle attività produttive rientra nelle strategie di crescita competitiva delle imprese che puntano a cogliere le potenzialità di una crescente domanda di prodotti sostenibili, a diminuire i costi operativi, aumentare la sicurezza dell’offerta, ottenere migliori condizioni di accesso al credito. Si tratta di un cambiamento di rotta nello sviluppo dei mercati, che va sostenuto con politiche pubbliche adeguate e altrettanto innovative. A partire dalla rimozione degli ostacoli amministrativi e normativi agli investimenti e all’innovazione, dalla messa in campo di programmi di sostegno della domanda green, dalla qualificazione e competenza delle stazioni appaltanti in materia ambientale.
Coniugare crescita economica e sostenibilità ambientale è probabilmente la sfida globale più impegnativa che ci troviamo di fronte, ma a cui non possiamo più sottrarci. Una sfida che va intrapresa con incisività e con la consapevolezza che tutto dipenderà dalla capacità d’innovazione che il Paese, nel complesso delle sue componenti pubbliche e private, riuscirà a mettere in campo per affrontarla.
Cesare Avenia
Presidente Confindustria digitale