Dopo numerose trattative, Consiglio europeo, Parlamento e Commissione hanno raggiunto un accordo sul testo del nuovo regolamento, per mettere un freno al potere delle più grandi compagnie tecnologiche e garantire alle aziende più piccole di poter competere con loro.
Il Dma mira a introdurre ampie riforme per affrontare i problemi sistemici del mercato tecnologico, legati alla presenza di giganti digitali capaci di esercitare un ruolo dominante. Per farlo, oltre alle misure antitrust, intende introdurre specifici requisiti a cui le grandi compagnie dovranno conformarsi, al fine di limitare il loro potere e aprire il mercato ai concorrenti minori. Le cosiddette big tech vengono infatti identificate con il termine gatekeeper, per la loro capacità di esercitare un controllo sulla possibilità degli utenti di accedere ai servizi di altre aziende.
“I Garanti antitrust hanno cercato di affrontare la questione dei gatekeeper in passato. Ma i procedimenti giudiziari sulla concorrenza possono richiedere anni e, nel frattempo, il danno alle piccole e medie imprese e agli innovatori è già stato fatto. Avevamo bisogno di una risposta innovativa. E ci siamo riusciti, contro tutte le probabilità e contro tutte le lobby”, ha detto il commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton.
La legislazione identifica come gatekeeper le aziende con una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro e 7,5 miliardi di fatturato annuo, almeno 45 milioni utenti attivi e una piattaforma per gli utenti, come una app o un social network. Le compagnie che rientrano in questa classificazione sono prevalentemente giganti digitali statunitensi come Alphabet, Microsoft, Meta, Amazon e Apple, ma vi rientrano anche entità più piccole come la piattaforma di affitti Booking.
Per le aziende che non rispettano le regole, la Commissione europea potrà applicare multe corrispondenti a un massimo del 10% del fatturato mondiale annuo della società o del 20% in caso di violazioni ripetute. Se poi il mancato rispetto delle regole è “sistematico”, la Commissione potrà anche mettere un veto temporaneo sulle operazioni di acquisizione.
Gli obblighi che le big tech dovranno rispettare riguardano l’interoperabilità, il diritto di disinstallazione, l’accesso ai dati, la trasparenza pubblicitaria e dovranno porre fine a pratiche di auto-preferenza.
Prima che il Dma entri in vigore dovrà essere approvato dal Parlamento europeo. La votazione si terrà nei prossimi mesi. Dopo il voto seguirà un periodo di transizione per identificare ufficialmente le aziende considerate gatekeeper e per definire i metodi di applicazione delle regole. Inoltre, dovrà essere stabilito quanto personale impiegare per implementare l’azione del Dma. Inizialmente la Commissione aveva previsto uno staff di ottanta persone, ma il capo delegazione del parlamento, Andres Schwab, ha alzato la richiesta a duecentoventi. Una volta superati questi passaggi, il Dma dovrebbe poter essere completamente operativo già all’inizio del 2023.
L’accordo ci porta in una nuova era di regolamentazione tecnologica in tutto il mondo”, ha dichiarato Andreas Schwab, commissario per il Mercato interno e la protezione dei consumatori. “Il Digital Markets Act mette fine al crescente dominio delle società Big Tech. D’ora in poi, dovranno dimostrare di consentire una concorrenza leale in Internet. Le nuove regole aiuteranno a rafforzare il principio di base. L’Europa così garantisce maggiore competizione, innovazione e possibilità di scelta per gli utenti”.