Non sono incoraggianti i dati sul tasso di probabilità che una donna venga sostituita dall’IA sul proprio posto di lavoro. Questo è ciò che emerge da un report pubblicato da Code First Girls, impresa sociale che si occupa di offrire corsi di programmazione gratuiti a donne e persone non binarie nel Regno Unito, Irlanda, Stati Uniti, Svizzera e Paesi Bassi.
Secondo tale documento, le donne hanno il 40% di possibilità in più rispetto agli uomini di vedere il loro lavoro automatizzato a causa dell’IA. Nei prossimi vent’anni, ciò potrebbe comportare, secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, una perdita di ben 26 milioni di posti di lavoro femminili in 30 paesi.
Lo scarso impiego di donne in ambito scientifico e tecnologico, nei quali le lavoratrici rappresentano appena il 29% della forza lavoro, è alla base di questo problema. In questo campo, gli impieghi femminili riguardano spesso ruoli più marginali e con una bassa probabilità di crescita professionale. Più in generale, le donne ricoprono frequentemente ruoli in settori ad alta probabilità di automatizzazione, come la sanità e l’amministrazione.
Un altro problema lo si trova nello sviluppo dei software di IA. Le squadre di lavoro sono per la maggior parte composte da uomini e questo contribuisce a realizzare sistemi influenzati da pregiudizi di genere. Un ostacolo importante per l’assunzione delle donne, spesso tagliate fuori proprio perché tali software hanno preso vita in un ambiente di lavoro scarsamente inclusivo.
S.C.
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