Il problema del riscaldamento globale, o più in generale del cambiamento climatico, hanno avuto effetti sulla diffusione del Covid-19?
In che misura la popolazione italiana reputa grave il problema ambientale?
Secondo uno studio della Glocalities, società di marketing internazionale con sede ad Amsterdam, si stima che la preoccupazione degli italiani riguardo le problematiche ambientali dal 2015 al 2020, sia passata dal 55% al 75%, con andamento costante.
Ma il problema non è individuato solo dalla classe scolarizzata, ma si è espanso ad ogni gruppo sociale sul territorio.
Questa preoccupazione non si limita ai futuri cataclismi che la natura in ribellione ci regalerà, ma anche dalla relazione che esiste tra diffusione del virus e gli environmental problems.
Col cambiamento climatico, molti habitat sono stati modificati, obbligando le varie specie a migrare alla ricerca un nuovo biosistema che possa permettere loro di dare seguito alla progenie, e più in generale, a sopravvivere.
Più nel concreto, prendiamo in analisi le zanzare: l’aumento dell’umidità funge da incubatore per la nascita di nuove varietà, le quali oltre che riprodursi molto velocemente, danno origine a malattie pericolose per l’uomo. Lo spostamento dall’ecosistema originario ha permesso il passaggio delle malattie, non più da specie a specie, bensì da specie e uomo.
Ricordate il famoso pipistrello che fece esplodere l’emergenza covid-19?
Nel febbraio 2021, sulla rivista “Science of the total environment”, sono stati pubblicati dopo lunghe ricerche, i movimenti migratori di ben 40 specie di pipistrello, analizzando gli spostamenti da inizio ‘900 sino all’anno corrente.
Questa classe di mammiferi è portatrice di un centinaio di tipi differenti di coronavirus, e con la collaborazione dell’università di Cambridge, è risultato che la meta favorita da questi mammiferi sia proprio la Cina meridionale, dove effettivamente un anno e mezzo fa partì l’allarme della pandemia.
La costruzione di mappe e le varie analisi sugli ambienti di questa parte del mondo hanno fatto emergere che il cambiamenti climatico in corso abbia dato origine a un habitat più adatto alla sopravvivenza dei pipistrelli e di conseguenza, un facile insediamento e trasmissione delle diverse malattie delle quali sono portatori.
Chiaramente, ci sono altri elementi a favore della diffusione di nuove malattie.
La deforestazione costringe alcune specie a cercare nuovi ecosistemi; la caccia ad alcune varietà di animali, la cui vendita è illegale, come ad esempio quella del pangolino, facilita la trasmissione di nuovi batteri coi quali l’uomo non era venuto a contatto fino ad ora; gli allevamenti di tipo intensivo, che vedono gli animali ammassati uno sull’altro, sopratutto dei bovini, minacciano la sicurezza ambientale di molte popolazioni; l’intrusione dell’uomo in ambienti incontaminati gli permette di intercettare nuovi microbi, potenzialmente dannosi se non addirittura pandemici.