Facebook, dal 1° dicembre, rimuove quattro campi di informazione dai profili degli iscritti. Le informazioni degli utenti riguardanti opinioni politiche, orientamenti religiosi, orientamenti sessuali e indirizzo privato verranno eliminate (se presenti) e non sarà più possibile inserirle nel proprio profilo personale.
Facebook prevedeva queste sezioni sin dal lancio della piattaforma, ma le preoccupazioni sulla privacy avrebbero spinto l’azienda a ridurre il numero di elementi identificativi dei navigatori.
Inoltre, per i minori di 16 anni verranno introdotte – nei prossimi mesi – novità consistenti in limitazioni nelle ricerche, nei tag e nei commenti e una nuova funzione per impedire che vengano diffuse immagini intime in modo indesiderato.
La società Meta, proprietaria del social network, ha tenuto a precisare che non si tratta di una forma di censura ma di una semplice scelta stilistica, volta a semplificare la piattaforma e ringiovanirla.
In effetti, i campi di informazioni che Facebook ha scelto di rimuovere non sono mai stati previsti dai principali competitor (Instagram e TikTok), le cui utenze risultano piuttosto semplici e prive di dettagli specifici e personali.
In tanti hanno quindi ipotizzato che la scelta presa da Facebook in questo senso non serva soltanto a tutelare la privacy degli utenti ma costituisca anche e soprattutto una scelta di marketing, per consentire alla piattaforma di stare al passo con i tempi (e con la concorrenza).
Mirko Platania – Avvocato del Foro di Milano, opera nell’ambito del diritto civile con particolare esperienza nel diritto delle nuove tecnologie ed eredità digitale
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