Le carceri italiane hanno ben noti problemi di sovraffollamento. La precarietà delle condizioni di vita in cella a volte ostacola la rieducazione dei detenuti, che peraltro è prevista dalla Costituzione italiana. Tim e Ministero della Giustizia hanno siglato un accordo che mira a offrire ai carcerati attività formative e l’opportunità di svolgere un vero lavoro nel corso del periodo di detenzione. La prima applicazione dell’accordo prevede che alcuni detenuti della casa di reclusione di Milano Opera partecipino ad attività di formazione professionale e assistenza tecnica sui prodotti di rete fissa commercializzati da Tim, al fine di acquisire competenze digitali spendibili nel mercato del lavoro. L’intesa prevede anche di avviare interventi formativi rivolti ai dipendenti del Ministero della Giustizia, sempre per favorire l’apprendimento e l’utilizzo delle tecnologie digitali.
È prevista una fase iniziale di selezione dei candidati idonei, scelti tra quelli a bassa pericolosità e con pene ridotte, che saranno avviati a percorsi di orientamento alle competenze digitali, in linea con i nuovi trend tecnologici e le richieste del mercato. Dopo un periodo di affiancamento “on the job”, finalizzato a rendere i detenuti del tutto indipendenti nello svolgimento dell’attività, avrà inizio il lavoro di assistenza tecnica vera e propria. Tim metterà a disposizione le iniziative di “Operazione Risorgimento Digitale”, il progetto di educazione digitale itinerante nelle 107 province italiane che, con oltre 400 formatori, vedrà coinvolti un milione di cittadini, piccole e medie imprese e dipendenti pubblici.