Volge al termine un altro triennio formativo per i giornalisti. Entro dicembre gli iscritti all’Ordine dovranno aver acquisito i 60 crediti previsti dalla normativa vigente, pena l’irrogazione di sanzioni disciplinari.
La formazione viene vista da molti addetti ai lavori come un fardello inutile. In realtà tutte le professioni intellettuali fondano la loro autorevolezza e credibilità anche sull’aggiornamento professionale.
Il rispetto delle regole del diritto di cronaca rende affidabile il lavoro dei giornalisti ed è per questo che nei giorni scorsi il Garante per la protezione dei dati personali e il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti hanno lanciato un forte richiamo ai mezzi di informazione affinché rispettino le regole che sono alla base della professione giornalistica e i provvedimenti adottati dall’Autorità.
Fermo restando il diritto-dovere di informare su fatti di interesse pubblico, da entrambe le parti è stata stigmatizzata la pratica di pubblicare immagini a corredo di articoli riguardanti persone fermate e condotte con le manette ai polsi. Occorre sensibilizzare i media sul rispetto della dignità e delle libertà fondamentali delle persone, anche attraverso l’organizzazione di attività formative su tali tematiche. Ecco perché i corsi di formazione dovrebbero essere visti dai giornalisti come un’opportunità per riflettere. E’ importante riavvicinare il pubblico ai prodotti editoriali e per farlo occorrono giornalisti onesti, competenti, inclini al lavoro sul campo ma anche alla formazione nelle aule.