La Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj), che riunisce 600.000 professionisti dei media di 187 organizzazioni sindacali in rappresentanza di 146 paesi, ha contato, per l’anno che si è appena concluso, 68 giornalisti uccisi, ben 21 morti in più rispetto al 2021.
Il paese con il maggior numero di persone è l’Ucraina con 12 giornalisti uccisi. Ma una parte significativa del numero totale di uccisi è dovuta agli omicidi. Molti giornalisti vengono eliminati a causa di ciò che hanno scritto, detto o mostrato. Il Messico ha 8 omicidi, 4 in Colombia, 7 ad Haiti, 16 in Asia, 4 in Africa e trenta nel continente americano. Ma ce ne sono anche in Medio Oriente e in Europa.
Questi sono tutti dati che la Federazione internazionale dei giornalisti ha pubblicato nel suo 32esimo rapporto annuale ‘2022 Killed List’. Un documento molto importante che testimonia le difficolta che incontrano quotidianamente i giornalisti nello svolgimento del loro lavoro.
C’è un altro dato inquietante che va sottolineato, si tratta di quello legato al numero di giornalisti arrestati e incarcerati nell’anno scorso. In tutto nel 2022 sono stati arrestati ben 375 giornalisti, un numero alto, troppo alto.
I paesi che forniscono il maggior numero di giornalisti alle carceri sono Cina (84), Birmania (64), Turchia (51), Iran (34), Belarus (33), Russia (18), ma anche Egitto (23), Ucraina (13), Arabia Saudita, Yemen, Siria e India.
“Questa pubblicazione non riguarda solo i livelli di violenza nei confronti dei giornalisti e degli altri operatori dei media, indicati dal semplice numero di attacchi contro di loro, ma anche le cause sottostanti. I dettagli contenuti in questo rapporto testimoniano una gamma di minacce, atti di violenza reali e una cultura dell’impunità, che spiegano la persistente crisi della sicurezza nel giornalismo” – ha dichiarato Anthony Bellanger, segretario generale della Federazione Internazionale dei Giornalisti.