OpenAI è di nuovo sotto esame dopo che i whistleblower (coloro che denunciano) hanno scritto una lettera alla Securities and Exchange Commission (SEC) sostenendo che i dipendenti sono stati costretti a firmare accordi “restrittivi” che impediscono di riferire anche potenziali criticità dei progetti di Intelligenza Artificiale.
Tra le presunte violazioni vi sarebbe l’obbligo per i dipendenti di firmare accordi di non divulgazione che non prevedono eccezioni per la segnalazione di violazioni alla SEC. Inoltre, tali accordi richiederebbero il consenso aziendale prima di poter condividere informazioni riservate.
In seguito a queste segnalazioni, la portavoce di OpenAI Hannah Wong ha affermato: “La nostra politica sui whistleblower protegge i diritti dei dipendenti di effettuare divulgazioni protette” e ha aggiunto che l’azienda ha apportato “importanti modifiche” ai suoi documenti per eliminare i termini di non denigrazione.
Molti osservatori sottolineano come questa situazione metta in evidenza le tensioni esistenti all’interno dell’industria dell’Intelligenza Artificiale. Da un lato, vi è la necessità di sviluppare tecnologie avanzate in modo rapido ed efficiente. Dall’altro, vi è il bisogno fondamentale di garantire che queste tecnologie siano sviluppate e implementate in modo etico e responsabile, rispettando i diritti e le tutele dei lavoratori.
A.L