L’emergenza Coronavirus fa impennare la domanda di servizi digitali e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) corre ai ripari varando le prime misure per facilitare il potenziamento delle reti a banda ultralarga. Peraltro si tratta di interventi previsti dal cosiddetto decreto “Cura Italia” in vigore dal 17 marzo e che all’art.82 stabilisce che gli operatori di telecomunicazioni soddisfino qualsiasi richiesta ragionevole di miglioramento della capacità di rete e della qualità di servizio da parte degli utenti e che <le imprese fornitrici di servizi di comunicazioni elettroniche accessibili al pubblico adottino tutte le misure necessarie per potenziare e garantire l’accesso ininterrotto ai servizi di emergenza>.
La connessione alla Rete è indubbiamente un bene primario in questa fase di massiccio ricorso allo smart working (agile lavoro da casa) e all’e-learning (didattica a distanza) e dunque occorre evitare sovraccarichi e saturazioni. Il rafforzamento delle reti di accesso e delle dorsali diventa indispensabile anche ai fini della coesione sociale, visto che l’azzeramento degli incontri fisici incrementa esponenzialmente gli scambi di messaggi e le condivisioni in Rete.
Nel dettaglio, Agcom ha chiesto a tutti gli operatori di assicurare immediatamente un aumento della banda media per cliente, su rete fissa, di almeno il 30%, ove tecnicamente possibile. In caso di assenza di copertura da rete fissa a banda larga e ultralarga, su richiesta del condominio o dell’Ente o soggetto giuridico, i gestori dei servizi sono tenuti ad attivare, senza costi fino alla fine di giugno, ogni possibile soluzione di accesso radio, da rendere usufruibile dai condomini o dal personale dell’Ente o soggetto giuridico tramite password comune.
Da parte loro, gli utenti sono invitati ad utilizzare in preferenza, da casa, gli accessi fissi (anche wi-fi) per non sovraccaricare la rete mobile.