Nel 2014 l’Unione europea ha approvato il Regolamento eIDAS (1) che equipara le firme digitali a quelle cartacee per referendum e iniziative popolari. La legge che crea in Italia la piattaforma pubblica, affidandola alla Presidenza del Consiglio, è del 2020. Solo lo scorso anno è stata approvata, per effetto di un decreto attuativo firmato dal governo Draghi, la piattaforma che rende concreta questa opportunità.
Questa piattaforma nasce per dare la possibilità di esercitare i diritti di partecipazione politica attraverso gli strumenti digitali ed è quindi uno strumento che punta ad eliminare le discriminazioni di carattere economico e partecipativo, che impediscono alla cittadinanza l’esercizio dei diritti democratici. La piattaforma è anche lo strumento che lo Stato italiano si era impegnato a realizzare in sede internazionale al fine di rimuovere le irragionevoli restrizioni che il Comitato diritti umani dell’Onu nel caso Staderini-De Lucia vs Italia ha accertato essere presenti nell’attuazione del diritto costituzionale a promuovere referendum e leggi di iniziativa popolare.
Oggi però il sito della piattaforma risulta inaccessibile in quanto “in fase di test” e dal nuovo governo non sono arrivati segnali di interesse nello sbloccare questa situazione dato che nessun membro della maggioranza ha citato finora il tema dell’attivazione della piattaforma.
Marco Gentili, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, ha dichiarato: “Il Sottosegretario Butti ha confermato che sarà possibile interfacciarsi digitalmente con la Pubblica Amministrazione. Dopo quasi dieci anni di SPID occorre ampliare la funzionalità e consentire il pieno godimento online dei diritti civili e politici”.
In definitiva la piattaforma è un’opportunità che investe anche l’uguaglianza tra i cittadini, ma che riguarda fondamentali strumenti di democrazia partecipata per il nostro Paese. La firma del nuovo governo porrebbe essere molto importante soprattutto in un momento come quello attuale dove si è pericolosamente allargata la distanza tra la classe politica e i cittadini, come dimostra l’astensionismo record alle ultime elezioni regionali.
(C.D.G.)