Chi è il Responsabile per la Trasformazione Digitale (RTD)? In tempi di emergenza sanitaria, abbiamo ormai compreso l’importanza dei canali digitali, e delle nuove tecnologie in generale, per continuare a svolgere tutte quelle attività che prima del lockdown prevedevano una presenza fisica. Ecco che anche la Pubblica Amministrazione ha dovuto adattare le proprie strutture e logiche di lavoro a un contesto che si è evoluto rapidamente. Il Responsabile per la Trasformazione Digitale rappresenta in questo senso una figura in grado di coniugare competenze digitali, giuridiche e manageriali per condurre i processi di lavoro dell’organizzazione su nuovi spazi, che spesso prevedono non solo capacità tecnologiche ma anche di gestione di tempi e risorse differenti rispetto ai canali tradizionali.
Una recente indagine svolta dall’Agenzia per l’Italia Digitale, in collaborazione con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), ha cercato di mappare le competenze e i temi più sensibili per i Responsabili per la Transizione al Digitale, con specifico riferimento alle Università che hanno avviato attività formative ad hoc per queste figure. I dati della ricerca rivelano che il 78% dei partecipanti ritiene “molto rilevante” intervenire sulle “competenze digitali di base dei dipendenti pubblici” e il 60% sulle “competenze specialistiche nell’ambito della PA”. In generale, in tutta la sezione sulle competenze digitali, si ritiene più urgente intervenire sulle competenze della PA che su quelle delle aziende. Per gli intervistati, inoltre, sono “molto rilevanti” anche le competenze in informatica giuridica, nella fattispecie: sicurezza informatica (85,5%), cyber-protection (83,6%) e cybercrime (74,5%). Nemmeno soft skill e leadership organizzativa vanno tralasciate tra le priorità dei RTD: le competenze organizzative e di gestione del cambiamento, in particolare per la definizione di strategie d’innovazione, sono “molto rilevanti” per il 58% degli intervistati.
Se da un lato la PA, dunque, sta cercando affannosamente di rispettare i tempi dell’orologio digitale, con eccezioni come le strutture del Comune di Milano, le imprese mantengono ancora un vantaggio competitivo dovuto probabilmente sia alla flessibilità nel recruiting di talenti digitali sia alle risorse economiche a disposizione.