Nel nuovo equilibrio mondiale, l’intelligenza artificiale non è più solo una questione di innovazione: è un asset strategico, oggetto di contesa tra le superpotenze. Negli Stati Uniti cresce la preoccupazione per la sicurezza dei propri data center, strutture per l’addestramento e l’esecuzione dei modelli AI di frontiera, che rischiano di diventare bersaglio privilegiato di sabotaggi o furti da parte della Cina. Il recente rapporto “America’s Superintelligence Project”, commissionato dal governo USA, lancia l’allarme su una minaccia tanto tecnica quanto geopolitica.
Nel nuovo scenario globale, l’intelligenza artificiale non è più solo una questione di innovazione tecnologica: ma di potere.
Stati Uniti e Cina competono apertamente per la leadership nel settore e oggi la partita si gioca anche sulla sicurezza delle infrastrutture che ospitano i modelli più avanzati. Un recente rapporto, l’“America’s Superintelligence Project”, commissionato dal governo statunitense, lancia un allarme preciso: i data center americani, cuore dell’addestramento e dell’esecuzione dell’AI di frontiera, sono vulnerabili a furti, sabotaggi e attacchi informatici.
Secondo i fondatori di Gladstone AI il problema è strutturale: molti componenti chiave dei data center americani sono prodotti in Cina. Questo rende l’intera filiera esposta al rischio di interruzioni, manomissioni o ritardi strategici nelle forniture, soprattutto se la corsa all’AI dovesse intensificarsi. Anche centri di ultima generazione, come il progetto Stargate di OpenAI, sarebbero a rischio: bastano meno di 20.000 dollari per danneggiare componenti critici e mettere fuori uso intere infrastrutture da miliardi per mesi.
La proposta che emerge, e che inizia a circolare anche nella Silicon Valley, è quella di creare un “Progetto Manhattan” dedicato all’AI: un piano nazionale per costruire data center sicuri, potenziare la sicurezza cyber e coordinare le difese tra governo, imprese e industria. Perché il tempo stringe: molti esperti ritengono che manchi meno di un anno all’arrivo di una superintelligenza capace di automatizzare gran parte dello sviluppo software.
Mettere in sicurezza l’intelligenza artificiale oggi non è solo una questione tecnica, ma una questione sistematica, che coinvolge governo, aziende e società. E il vero pericolo non è solo perdere la corsa alla superintelligenza, ma consegnarla nelle mani sbagliate.
A.C.
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