È impossibile non affermare che la pandemia abbia innescato un cambiamento profondo nel modo di intendere il proprio lavoro e la propria professione. In particolar modo nelle persone con impiego da dipendente che hanno appreso a dare voce e forma al bisogno di guadagnare maggiore flessibilità e autonomia nella gestione del tempo e del luogo di lavoro. Condizione necessaria per ottenere un migliore bilanciamento con il tempo e il luogo da dedicare alla valorizzazione della vita privata, della relazione famigliare, degli interessi personali.
Dall’altro lato però è altrettanto innegabile che le aziende e i datori di lavoro non abbiano ancora raggiunto lo stesso atteggiamento e le stesse consapevolezze dei lavoratori. Anzi, secondo il recente sondaggio condotto da Future Forum è attualmente in corso una profonda disconnessione tra i due mondi su come viene inteso il futuro del lavoro. Infatti, la preferenza dei dirigenti per le politiche di ritorno in ufficio sta appunto minacciando la soddisfazione e la fidelizzazione dei dipendenti.
Il 66 per cento dei dirigenti ammette che le scelte relative alla forza lavoro nei piani post-pandemia vengono effettuate con pochi o addirittura nulli input diretti da parte dei dipendenti. Tuttavia, la stessa percentuale di dirigenti ritiene di essere molto trasparente sull’argomento.
La ragione più comune di questa partita è la ricerca individuale del proprio benessere che è emersa negli ultimi mesi di lavoro agile o smart. Un benessere ottenibile attraverso un migliore equilibrio tra il lavoro e la vita privata e che passa attraverso una serie di bisogni reali tra i più disparati: non dover più sprecare il proprio tempo nel pendolarismo, per esempio, ma anche voler coltivare maggiormente le proprie attitudini e i propri interessi culturali, sociali, familiari.
Mai come in questo caso è una questione che riguarda la ricerca di valori nel lavoro, e che il lavoro può trasferire all’individuo. Così, l’economista Adam Ozimek che lavora per UpWork, una piattaforma globale di servizi freelance in cui imprese e lavoratori autonomi entrano in contatto e collaborano a distanza, afferma che la futura fase del lavoro a distanza sarà ancora più dirompente.
Molte delle preoccupazioni per il futuro professionale e le difficoltà di adattamento nei confronti delle nuove metodologie lavorative sembrano tuttavia essere state superate da molti giovani, i quali hanno abbracciato una nuova interessante corrente di pensiero: la YOLO (You-only-live-once) economy.
La Yolo economy è stata teorizzata da Kevin Roose, esperto di innovazioni e nuovi trend tecnologici ed autore di diverse letture sulla finanza e il rapporto con l’automazione. Roose ha analizzato quali sono le caratteristiche di questa filosofia lavorativa e gli effetti che potrebbe avere sul mercato del lavoro nei prossimi anni.
L’acronimo Yolo sta per “You Only Live Once”, ossia “Si vive una volta sola”, dunque il grande pilastro di questa nuova economia è quello di prendere decisioni audaci e non avere paura di esporsi ai rischi.
La nuova idea di economia si è molto diffusa per cause di natura sia sociologica che economica, e tra queste hanno certamente inciso anche il lockdown e le misure restrittive che hanno allontanato le persone dalle abitudini quotidiane spingendole a provare cose nuove, scoprendo nuovi ambiti professionali e i limiti del mondo del lavoro tradizionale.
Il fenomeno delle grandi dimissioni, dopo aver toccato gli Stati Uniti, si è infatti spostato anche nel nostro Paese con 484 mila dimissioni volontarie nel secondo semestre del 2021, +85% rispetto al 2020 (fonte Ministero del Lavoro). Si moltiplicano storie di cambio vita, ricerche di nuove strade, soprattutto professionali, che contagiano tutte le fasce di età. In Italia già nel 2020 le start-up erano cresciute del 10,4% e addirittura del 31% in Lombardia. Numeri che a quanto pare diventeranno sempre più alti.
Molti lavoratori e aziende hanno scoperto che il lavoro a distanza funziona meglio di quanto pensassero, è più produttivo e a tanti ha portato enormi vantaggi non solo a breve termine.