Su più o meno tutte le piattaforme social si è ormai diffusa una tendenza precisa. Si tratta della condivisione di immagini generate grazie all’IA nello stile dello studio d’animazione Ghibli, il cui tratto sta spopolando tra gli utenti.
Sono infatti numerosissimi coloro che hanno deciso di condividere vecchie fotografie in stile Ghibli, sfruttando IA come ChatGPT, in cui i protagonisti assumono le sembianze di personaggi animati riconducibili proprio allo studio giapponese. Da questa tendenza non si sono tirati indietro nemmeno account ufficiali, come quello della Casa Bianca o dell’Ambasciata Francese Indiana.
Il fenomeno del momento, però, non è immune da perplessità e critiche. La strategia di OpenAI mira infatti a sfidare e superare le normative legate al copyright, consentendo ai propri utenti di trasformare facilmente qualsiasi tipo di immagine in un’altra che riprende un determinato stile come quello dello studio Ghibli.
Il problema che potrebbe nascerne è legato alla creatività artistica. In questo senso, Hayao Miyazaki, celebre regista giapponese autore di diversi film realizzati con lo stesso stile Ghibli, si era espresso molto duramente sull’utilizzo dell’IA nel proprio campo. Secondo lui, le nuove tecnologie rappresentano un danno per la creatività e per la vita stessa, per cui è plausibile che il trend del momento gli sia tutto fuorché gradito.
Non c’è stata comunque alcuna dichiarazione ufficiale sulla questione da parte di Miyazaki, la cui asprezza verso i modelli IA è riconducibile a parole di nove anni fa. Lo scenario che si prospetta per il futuro, in ogni caso, è da tenere d’occhio.
In un processo in cui ad ogni utente bastano poche indicazioni a qualunque tecnologia IA per trasformarsi in “artisti” e mutare profondamente l’aspetto delle proprie fotografie, allora ecco che il tema del diritto d’autore e del copyright potrebbero subire cambiamenti importanti.
S.C.
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