Lo scorso anno in Giappone è stato pubblicato il primo manga creato con la collaborazione dell’Intelligenza Artificiale: si trattava di “Cyberpunk: Peach John”, illustrato interamente da Midjourney (un software AI text-to-image) e conclusosi al primo volume. Da allora le applicazioni pratiche dell’AI sono diventate sempre più evidenti, come dimostra la recente notizia dell’investimento di circa cinque milioni di dollari, quattro milioni e mezzo di euro, da parte di alcuni dei principali editori giapponesi di manga in una startup di Tokyo. Il loro obiettivo è accelerare la traduzione dei fumetti con l’aiuto dell’AI.
A ricevere i 780 milioni di yen messi a disposizione da importanti nomi del settore è stata Mantra, una startup fondata nel 2020 e che negli ultimi anni si è affermata come uno dei punti di riferimento nel settore dell’editoria e AI in Giappone. Il Mantra Engine è uno dei due strumenti proposti dall’azienda e quello su cui le case editrici hanno deciso di puntare. L’azienda di Tokyo offre diversi piani di abbonamento per tradurre i propri fumetti in un massimo di cinque lingue contemporaneamente, un’opportunità allettante per un settore economico dinamico ma poco esportato: dei 700.000 volumi singoli pubblicati ogni anno, solo il 2% supera i confini dell’arcipelago asiatico.
In quel 2% si cela un settore in forte crescita negli ultimi vent’anni, che ha visto un’esplosione durante la pandemia. Negli Stati Uniti le vendite di manga sono cresciute quasi cinque volte tra il 2019 e il 2022, paragonabili a quelle della Francia, secondo mercato mondiale dopo il Giappone, con un impatto positivo anche in Italia. Questo dimostra l’interesse crescente degli editori nell’espandere l’export dei propri prodotti con l’Intelligenza Artificiale, in un contesto storico molto favorevole.
La Japanese Association of Translators ha espresso preoccupazioni riguardo all’uso dell’Intelligenza Artificiale nelle traduzioni, sottolineando come queste non siano adatte per opere dove il contesto e la narrazione sono cruciali per il significato delle parole. Questo rischio di traduzioni affrettate e semplificate potrebbe danneggiare non solo l’industria delle traduzioni e dei manga, ma anche il soft power del Giappone, sollevando dubbi sulla direzione futura del settore.
Le preoccupazioni non sembrano condivise dalle autorità che hanno promosso la retorica Cool Japan, trasformando l’immagine del Giappone da superpotenza economica a centro della cultura pop mondiale.I cinque milioni di dollari recentemente investiti non rappresentano infatti la cifra più alta destinata a questo specifico settore dell’AI in Giappone: nel maggio di quest’anno si è arrivati a toccare quota venti milioni di dollari a favore di Orange, un’altra startup del Sol Levante che ha ricevuto il finanziamento da un gruppo di investitori, tra cui una società di investimenti controllata in parte proprio dal governo giapponese.
Sebbene le difficoltà nel tradurre manga con l’Intelligenza Artificiale siano riconosciute dagli stessi manager di Orange, a causa del linguaggio spesso informale utilizzato e dalla non sempre immediata attribuzione di un balloon, l’ambizione dichiarata di quadruplicare le traduzioni in inglese di manga nel giro di cinque anni e i finanziamenti illustri sembrano confermare la direzione intrapresa da uno dei settori editoriali più importanti e remunerativi al mondo.
LG