La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe avere un impatto indiretto sui costi delle materie prime e dell’energia e far crescere ulteriormente i prezzi dei beni di consumo anche nel nostro Paese. L’inflazione acquisita per il 2022 è pari al +3,4% per l’indice generale e a +1,0% per la componente di fondo. Lo certifica Istat, diffondendo i dati definitivi sui prezzi al consumo a gennaio che vanno a conferma della stima preliminare.
“L’inflazione a gennaio registra una forte accelerazione, raggiungendo un livello (+4,8%) che non si registrava da aprile 1996, quando il NIC registrò la medesima variazione tendenziale”, spiega l’Istituto di statistica.
Il fenomeno riguarda i prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’, ovvero dei beni alimentari e di quelli per la cura della casa e della persona (da +2,4% di dicembre a +3,2%), come anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto (da +4,0% a + 4,3%).
L’ accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +29,1% di dicembre a +38,6%), in particolare a quelli della componente regolamentata (da +41,9% a +94,6%).
“I Beni energetici regolamentati trainano questa fiammata con una crescita su base annua mai registrata, ma tensioni inflazionistiche crescenti si manifestano anche in altri comparti merceologici”, commenta Istat, e aggiunge: “Ciononostante, la componente di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi conferma il dato di dicembre grazie anche al rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, i cui andamenti tendenziali sono ancora condizionati dalle limitazioni alla mobilità dovute alla pandemia”