1) Come giudica l’informazione giornalistica ai tempi del Covid-19? I giornalisti hanno fatto il loro dovere? Meriti e demeriti dei giornalisti in questi mesi di cronaca della pandemia
L’emergenza scattata con il coronavirus ha riportato il giornalismo di cronaca in primo piano. E i giornalisti sono stati a mio parere all’altezza della prova richiesta. Non solo per senso di responsabilità nel selezionare, analizzare e pubblicare le notizie. Ma anche dimostrando grande attaccamento al lavoro e ai valori della professione. Al Giorno, la realtà che per ovvi motivi conosco meglio, ho visto i colleghi impegnarsi senza curarsi di orari, riposi e senza sottrarsi ai servizi che era necessario coprire. Anche se questo significava, in teoria, esporsi al rischio di contagio. In questi mesi sono circolate anche molte false notizie, a volta attribuite ai medici. Il lavoro dei giornalisti ha fatto da barriera al dilagare di questa deriva, alimentata dai social.
2) Il Giorno, nella fase critica delle zone rosse, ha garantito il diritto all’informazione in quelle aree isolate di Codogno e degli altri comuni limitrofi facendo arrivare gratis le copie del giornale. Ci racconta quella iniziativa?
Quando, a fine febbraio, è stata decisa la prima zona rossa e dieci comuni del Lodigiano sono rimasti isolati dal resto d’Italia per effetto delle misure restrittive imposte per circoscrivere e contrastare il contagio, ho immediatamente contattato il prefetto di Lodi. In quella fase così cruciale e delicata era necessario garantire l’informazione quotidiana a chi si trovava chiuso in quella strana cintura. Servivano permessi per far entrare il camion con i giornali, e non è stato facilissimo. Anche grazie alla mediazione dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia si è riusciti a creare un corridoio per la distribuzione dei quotidiani. E per vari giorni, in due diverse occasioni, abbiamo distribuito gratis Il Giorno. Un segno di vicinanza ai nostri lettori – il Giorno ha un’edizione specifica per il Lodigiano – e di rispetto per un diritto costituzionalmente garantito: il diritto ad essere informati.
3) Il ruolo della Rete è stato decisivo per lo smart working, l’e-learning e gli altri usi del web. Nel giornalismo che futuro vede per l’informazione online?
Nel caso del Giorno, lo smart working ci ha permesso, inizialmente, di poter usufruire regolarmente del lavoro dei nostri giornalisti residenti nel Lodigiano e chiusi nella zona rossa, garantendo così un’informazione puntuale e perfettamente aderente al territorio. Poi il cosiddetto lavoro agile è stato esteso alle redazioni distaccate e ai giornalisti della sede di Milano. Un esperimento mai tentato prima al Giorno così massicciamente, ma rivelatosi proficuo non solo a vantaggio del rispetto delle norme sulla sicurezza imposte dall’emergenza Covid-19. Più in generale, nel giornalismo l’informazione online è già una realtà consolidata da cui non si potrà più prescindere. Credo che la vera sfida sia far comprendere ai lettori e ai fruitori di Internet che l’informazione che viaggia sulla Rete, se pubblicata da giornalisti ed editori veri, ha lo stesso valore e la stessa dignità di quella stampata sulla carta. E per questo va rispettata allo stesso modo. Anche pagando le notizie che si vogliono leggere come si fa con un comune giornale. Ai cronisti, ai commentatori, ai corrispondenti dai territori il compito di saper adeguare scelte e linguaggio ai nuovi media.