Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale è sempre maggiore all’interno dei governi, basti pensare alle sue applicazioni nella lotta all’evasione fiscale e nella gestione del mercato del lavoro, ma anche nella ricerca scientifica. Tuttavia, con l’evoluzione dell’AI e delle tecnologie emergenti associate, è necessario regolare gli elementi di base su cui si sviluppano tali tecnologie.
Infatti, lo scorso 6 dicembre, il Consiglio europeo ha adottato la sua posizione comune relativa alla normativa sull’Intelligenza Artificiale che vieta l’Intelligenza Artificiale che crea la cittadinanza a punti. La posizione comune concordata dai 27 stati membri ha lo scopo di avviare negoziati con il Parlamento europeo e raggiungere un testo finale.
L’obiettivo è assicurare che i sistemi di Intelligenza Artificiale immessi sul mercato dell’Ue e utilizzati nell’Unione siano sicuri e rispettino la normativa vigente in materia di diritti fondamentali dell’Unione.
L’attuale regolamento, proposto dalla Commissione europea nel 2022, segue un approccio basato sul rischio dell’AI e stabilisce un quadro giuridico uniforme. Per quanto riguarda le pratiche di AI vietate, il testo estende agli attori privati il divieto di utilizzare l’AI per il punteggio sociale.
Gli orientamenti chiedono che il futuro regolamento vieti l’uso di sistemi di AI che sfruttano le vulnerabilità di un gruppo specifico di persone e anche “delle persone vulnerabili a causa della loro situazione sociale o economica”.
“Per sfruttare il potenziale dell’AI e mitigarne i rischi è necessario implementare politiche coordinate a livello internazionale al fine di individuare linguaggi e pratiche comuni” – ha indicato l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).