L’intelligenza artificiale sta lentamente penetrando nella quotidianità di ogni persona. Dunque sorge spontaneo domandarsi che tipo di relazione potrà instaurarsi, ora e soprattutto nel futuro, tra gli individui e i sistemi di AI.
Una risposta giunge da un recente studio condotto dall’Istituto Piepoli, azienda di sondaggi di Milano. Secondo il sondaggio realizzato, ben due italiani su tre ritengono che sia indispensabile precisare se un documento è stato realizzato con l’AI.
Sembra dunque aleggiare un clima di diffidenza tra gli italiani in merito all’operato di questa innovazione nel campo dell’informazione.
Se si dovessero trovare le cause che hanno dato origine a questo clima di incertezza, sicuramente una buona parte della responsabilità è da rintracciare nel fenomeno delle fake news. La corretta informazione è stata messa a dura prova durante la pandemia e per questo, emerge dal sondaggio, il 40% degli intervistati ritiene che l’informazione, specie quella scientifica inerente alla salute e sanità, sia migliorata di poco dopo la pandemia. Sul ruolo che l’AI potrà avere in merito all’accuratezza delle informazioni fornite, anche qui vi sono molti dubbi. Sebbene il 39% del campione ritenga affidabile l’AI nella produzione di notizie, il 50% degli intervistati giudica questi sistemi poco o per niente affidabili.
Insomma, il tema della relazione tra uomo e AI è destinato a ricoprire un ruolo centrale nel dibattito pubblico dell’imminente futuro, ma, perlomeno qui in Italia, ci sono ancora molti pareri contrastanti e dubbi lontani dall’essere risolti, specie nel campo dell’informazione.
Per diminuire questo clima di diffidenza, il 63% degli italiani intervistati ha evidenziato l’importanza di forme di regolamentazione nell’uso e indicazione delle fonti nei documenti prodotti dall’AI, poiché, per ovvie ragioni, l’informazione generata dall’essere umano è giudicata come più attendibile e affidabile.
SF