Già in vista delle elezioni europee nel 2019, l’Unione europea è corsa ai ripari per scongiurare il rischio che i populisti potessero vincere, come si sostiene sia accaduto per le elezioni americane con la vittoria di Trump. Per far fronte a questo problema è nato il Codice di autoregolamentazione sulle fake news di cui l’Europa ha raccomandato il rispetto per evitare l’inquinamento delle elezioni.
Questo codice si rivolge alle piattaforme e prevede: maggiore trasparenza degli algoritmi, autoregolamentazione, alfabetizzazione mediatica, sostegno alla diversità e alla sostenibilità dei mezzi di informazione europei, maggiore visibilità per le notizie affidabili.
In vista delle future elezioni europee del 2024, l’Unione europea intende nuovamente intervenire in funzione di una massima libertà di voto e questa volta vuole evitare che i social possano influire sulle scelte elettorali. Per far fronte a questa situazione la Commissione ha presentato una proposta per rendere più riconoscibili gli annunci politici presenti in Internet.
“La pubblicità digitale per scopi politici sta diventando una corsa incontrollata di metodi sporchi e opachi”, ha affermato la vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourová, presentando la nuova proposta di legge: “Una miriade di società di analisi e comunicazione lavorano quotidianamente con i nostri dati per cercare di capire il modo migliore per convincerci a comprare qualcosa o votare per qualcuno o non votare affatto”.
Obiettivo della proposta è consentire alle persone di essere in grado di distinguere nettamente gli annunci dai contenuti organici “perché i contenuti a pagamento saranno chiaramente etichettati”, ha detto Jourová. Le pubblicità dovranno poi mostrare in modo ben visibile chi ha pagato la sponsorizzazione, quanto è costata, da dove provengono i soldi e a che voto si riferisce.
Inoltre, la proposta di legge tratta del micro – targeting, un fenomeno quotidiano che riguarda tutti gli utenti che interagiscono con la rete. Consiste in una forma di pubblicità online profilata che analizza i dati personali dell’utente al fine di identificare i suoi interessi con lo scopo di influenzare le sue azioni, portando a cliccare su un determinato banner perché di suo interesse.
Per l’Unione europea le grandi aziende tecnologiche dovranno rivelare quali dati sono stati utilizzati per raggiungere gli utenti e gli annunci non si potranno basare su dati sensibili come origine etnica, convinzioni religiose o orientamento sessuale senza un consenso esplicito. “I dati sensibili che le persone decidono di condividere con gli amici sui social media non possono essere utilizzati per prenderli di mira per scopi politici”, ha insistito la commissaria per i valori e la trasparenza.
La proposta passa ora al Parlamento europeo e al Consiglio. Si spera che l’iter legislativo proceda senza intoppi in modo tale che il regolamento possa essere applicato già in occasione delle elezioni del 2024. Perché ciò accada è necessario che il regolamento stesso entri in vigore e venga recepito dai Paesi Membri entro la primavera del 2023.