L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha raccomandato di non far utilizzare dispositivi digitali ai bambini di età inferiore ai 2 anni.
Nonostante questo, secondo l’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia il 22,1% dei bambini di 2-5 mesi passa del tempo davanti allo schermo: televisione, computer, tablet o smartphone.
Con l’aumentare dell’età crescono anche i livelli di esposizione: 3 bambine su 5 tra gli 11 e i 15 mesi d’età hanno un’esposizione agli schermi.
Il fenomeno “depressione da social” è esploso soprattutto con l’arrivo della pandemia, quando si è prodotto un vero e proprio boom di utilizzo di Internet e dei social media.
A rivelare questi dati è stata la Società Italiana di Pediatria, la quale ha indagato i rischi correlati all’uso dei social media negli under 18, con riferimenti al pre e al post Covid-19.
Oltre alla depressione da social, possono scaturire altri problemi: cyberbullismo, problemi psicologici, disturbi alimentari, disturbi del sonno, ansia, dipendenza, distorsione della percezione del proprio corpo, riduzione dell’attività fisica, problemi alla vista e problemi comportamentali.
Secondo questo studio, sono problematiche associabili all’uso dei social media.
La rete è uno spazio dove bambini e adolescenti costruiscono anche la propria identità e dove possono scaturire discussioni o confronti su varie tematiche.
È considerato un ambiente digitale “pericoloso”: i minori sono esposti al rischio di cyberbullismo o alla possibile mancata comprensione delle regole della privacy.
La Società italiana di Pediatria ha affermato, infatti, che un adolescente su quattro è vittima di bullismo online.
B.P.
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