Il 20 ottobre si terrà un evento finalizzato a discutere una legge per cambiare la governance della Rai. L’obiettivo lo ha chiarito nei giorni scorsi il vicepresidente della Commissione parlamentare di vigilanza, Primo di Nicola: recidere il legame tra tv di Stato e partiti politici, affidare le scelte aziendali a un organismo indipendente ed elettivo, sul modello britannico, composto da docenti universitari, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni, esperti, studiosi di media. Tale organismo dovrebbe poi nominare il consiglio d’amministrazione, che a quel punto potrebbe essere autonomo di gestire l’azienda pubblico radiotelevisiva, senza più l’ipoteca della politica.
Se ne parla almeno da trent’anni, ma la verità è che ogni maggioranza politica vuole disarcionare chi gestisce la tv di Stato per metterci propri uomini di fiducia. La riforma legislativa è sempre stata la foglia di fico delle brame di potere di tutti gli attori politici. Oggi ci si rende conto che la legge del 2015 di riforma della governance Rai era stata concepita per accentrare ancora di più la gestione della tv pubblica nelle mani di chi governa, quindi del potere esecutivo. Matteo Renzi la promosse e la portò avanti per avere da Palazzo Chigi il controllo pieno e diretto della tv di Stato, ma non ci riuscì.
I Cinque Stelle, che per anni avevano snobbato le comparsate televisive considerandosi autosufficienti grazie alla propaganda via web, ora sono molto attenti alla lottizzazione degli spazi di potere nella tv pubblica e hanno saldato un asse con i dem anche in viale Mazzini. Anzi, quell’intesa nei corridoi dell’azienda di Stato ha preso corpo ben prima di quella governativa che ha dato vita al Conte bis.
Di Nicola ha dichiarato di essere fiducioso che la famosa legge sulla Rai possa arrivare questa volta in porto in quanto “ciascun partito che sostiene il governo ha presentato negli anni dei disegni di legge che vanno in questa direzione: il Pd con Gentiloni. il Movimento 5 Stelle col progetto Fico come pure Leu col disegno di legge Fornaro. A questo punto si tratta solo di mettersi a tavolino studiare bene i vari progetti e fare una sintesi”. Sarà, ma rimangono seri dubbi sul fatto che il Parlamento in carica, dominato da imbarazzanti trasformismi che sono già venuti nitidamente allo scoperto, possa partorire una organica riforma della governance Rai finalizzata ad estromettere la politica. Al controllo degli spazi televisivi tengono tutte le forze politiche, tanto più in un quadro precario e frammentato come quello attuale.