Le disuguaglianze in ambito sanitario rappresentano una sfida significativa: nonostante i progressi nella medicina, le donne sono ancora sottorappresentate nei trial clinici, poiché le terapie sono progettate principalmente su modelli maschili. Questo approccio comporta una minore efficacia delle cure per le donne, in quanto la complessità delle terapie femminili viene spesso sottovalutata.
Grazie all’Intelligenza Artificiale, esiste un enorme potenziale per colmare queste lacune e rendere la medicina più equa. L’adozione dell’IA permette di personalizzare maggiormente le terapie per i pazienti e di ridurre le disuguaglianze nell’ambito medico.
I Chatbot sono in grado di analizzare dati complessi e diversificati, inclusi quelli biologici, un aspetto particolarmente importante quando si considera il genere. Infatti, le donne sono penalizzate per via di approcci “androcentrici” che non tengono conto delle loro specificità e nell’analisi dei dati.
L’IA può essere determinante nel considerare fattori legati al genere (come l’uso di contraccettivi), lo stile di vita, le abitudini mediche e i percorsi psicologici (possono essere più accurati e adattate ai pazienti), aspetti legati allo stile di vita, abitudini mediche.
Una delle ragioni della scarsità di dati sulla salute femminile è che nei trial clinici le donne sono insufficientemente rappresentate. Inoltre, molte pratiche mediche non considerano adeguatamente le differenze di genere.
Con l’Intelligenza Artificiale è possibile raccogliere una quantità maggiore di dati, migliorando così la salute e fornendo nuove certezze scientifiche sulle specificità femminili. L’IA può, dunque, contribuire a migliorare l’accesso alle cure, rendendo la medicinali più inclusiva ed efficace.
F.M.