Nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, grazie ad un’innovativa collaborazione tra tecnologia e competenza naturalistica, prende forma WADAS (Wild Animal Detection and Alert System). Questo sistema sperimentale open source, frutto della sinergia tra il Pnalm, l’Università dell’Aquila e l’associazione Salviamo l’Orso, utilizza l’AI per monitorare e proteggere le specie animali, aprendo nuovi orizzonti nella gestione e conservazione della biodiversità.
Alla base del sistema WADAS vi è un’avanzata integrazione tecnologica, resa possibile dai processori Intel Core Ultra serie 200V e dalle videocamere Reolink Go Ranger PT. Gli AI pc equipaggiati con processori Intel offrono una potenza di elaborazione fino a 120 TOPS (Tera Operations Per Second) e un’autonomia di batteria che raggiunge le 20 ore, garantendo un monitoraggio costante ed efficiente anche in aree remote. Questo permette l’elaborazione locale e rapida dei dati visivi senza la necessità di connessioni complesse o server esterni, un aspetto cruciale per il successo del progetto. Le videocamere Reolink Go Ranger PT completano il sistema, assicurando immagini di alta qualità grazie alla risoluzione 4K e alla visione notturna non invasiva.
L’intelligenza artificiale alla base di WADAS consente non solo di rilevare la presenza di animali, ma anche di classificarli con un’accuratezza del 97,4%. Una volta individuata una specie, il sistema invia notifiche in tempo reale agli operatori, che possono intervenire rapidamente, se necessario. Questo approccio ha un impatto diretto sulla riduzione degli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica, una delle principali minacce per specie protette come l’orso bruno marsicano.
Stefano Orlandini, presidente di Salviamo l’Orso, ha sottolineato come la mitigazione del rischio stradale sia stata una delle motivazioni principali dietro la creazione di WADAS: “Gli incidenti rappresentano una delle cause principali di mortalità per l’orso bruno marsicano e una minaccia per gli automobilisti. Questo sistema può fare la differenza.”
Il successo del progetto è stato possibile grazie alla stretta collaborazione tra sviluppatori, naturalisti e istituzioni locali. Gli esperti del Pnalm hanno fornito un contributo fondamentale, mettendo a disposizione conoscenze uniche sull’habitat e il
comportamento delle specie locali. Questo ha permesso di tarare il sistema sulle esigenze specifiche del territorio, garantendo un impatto minimo sull’ecosistema e massimizzando i benefici per la fauna e le comunità locali.
Luciano Sammarone, direttore del Pnalm, ha dichiarato: “La tecnologia, se utilizzata con intelligenza e sensibilità, consente di monitorare la fauna riducendo al minimo il disturbo. WADAS rappresenta un esempio concreto di come l’innovazione possa diventare un’alleata della natura.”
Uno degli aspetti più promettenti di WADAS è la sua natura open source, che lo rende un modello replicabile in altri contesti. Già si pensa a dispositivi smart come segnali stradali luminosi o mangiatoie motorizzate, in grado di attivarsi automaticamente in presenza di animali. Questa flessibilità apre la strada a un’espansione del progetto in altri parchi e riserve, contribuendo a creare un equilibrio più armonioso tra uomo e natura.
In un mondo sempre più segnato dai cambiamenti climatici e dalla perdita di biodiversità, iniziative come WADAS rappresentano una fonte di ispirazione. Grazie alla combinazione di tecnologia avanzata e sensibilità ecologica, è possibile tracciare una nuova rotta verso una convivenza sostenibile, dove innovazione e rispetto per l’ambiente camminano fianco a fianco.
di Matteo Cotellessa, Giornalista professionista in Direzione Comunicazione Mediaset e cultore della materia di Diritto dell’informazione, Diritto europeo dell’informazione e Regole della Comunicazione d’impresa con il Prof. Ruben Razzante (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano)
Diritto dell’informazione
“Diritto dell’informazione: la bussola per orientarsi tra notizie e giurisprudenza.”
Continua a seguirci!