Le alluvioni nelle città di Valencia, in Emilia Romagna e nelle Marche e la siccità e le piogge intense in Sicilia sono segnali evidenti che il clima continua a cambiare.
Si cerca, quindi, di prevedere ciò che potrebbe accadere utilizzando la tecnologia più evoluta, ossia l’intelligenza artificiale.
Uno studio redatto dall’Università di Pisa ha l’obiettivo di poter prevedere con un anticipo di almeno sei ore le alluvioni provocate da fiumi minori e torrenti.
Si tratta di corsi d’acqua presenti in molte città del nostro Paese difficili da monitorare e gestire, in quanto le forti precipitazioni sono concentrate in breve tempo e su aree ristrette.
L’area di studio è situata nell’Italia centrale, in modo specifico nei pressi di Carrara: è una zona vulnerabile ai cambiamenti climatici per la presenza dell’area ciclonica del Golfo di Genova.
Inoltre, la regione è caratterizzata da una complessa rete fluviale e dalla presenza delle Alpi Apuane, una catena montuosa che causa spesso alluvioni e frane.
Le precipitazioni annue sono quindi elevate e intense.
I modelli di intelligenza artificiale sono in grado di fare previsioni prima e meglio dell’uomo: tutto dipende dai dati e dalle macchine che sono in grado di elaborarli in poco tempo.
L’AI si è rivelata uno strumento prezioso per dare preallerta anche con sei ore di anticipo in otto punti di monitoraggio. Le decisioni operative sono sempre supervisionate da esperti.
I modelli utilizzati hanno commesso solo errori molto piccoli, sbagliando di pochi centimetri e con diverse ore di previsione.
Per ridurre eventuali danni da alluvioni, l’applicazione dei modelli diventerà dunque sempre più importante con l’uso di sensori che forniranno informazioni a livello temporale e spaziale.
B.P.