Il professor Ruben Razzante – Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma – commenta i risultati di una ricerca commissionata dall’Ordine nazionale dei giornalisti all’Osservatorio sui linguaggi del giornalismo multimediale dell’Università degli studi di Napoli Federico II.
La pandemia ha prodotto una forte valorizzazione del giornalismo di qualità, che ha assicurato cronache e resoconti documentati sull’andamento del Covid-19.
Ma la digitalizzazione incalza anche nel mondo della professione giornalistica e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha deciso di approfondire l’argomento, affidando all’Osservatorio Universitario sui linguaggi del giornalismo multimediale dell’Università degli studi di Napoli Federico II una ricerca specifica sul tema, che è diventata un volume dal titolo “I nuovi percorsi della notizia. Temi e linguaggi del giornalismo digitale”.
<Un processo travolgente di innovazioni investe il mondo dell’informazione – scrivono nell’introduzione il Presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna (nella foto) e il coordinatore del gruppo di lavoro del Consiglio nazionale dell’Ordine del giornalismo “Etica dei nuovi sistemi dell’informazione”, Franco Nicastro- Con la forza degli algoritmi, le intelligenze artificiali stanno cambiando gli scenari del giornalismo tradizionale: quello che ancora conosciamo e pratichiamo sembra appartenere a un’era lontana anche se resta l’unico a valorizzare la qualità e a produrre redditi certi e significativi alle imprese editoriali>.
I cambiamenti indotti dall’innovazione tecnologica stanno cambiando i profili professionali e i percorsi attraverso cui si produce l’informazione e si definiscono le strategie editoriali. Di qui l’esigenza di indagare il senso delle nuove sfide che si pongono per il giornalismo. <Da un lato –si legge nel volume- emerge un minaccioso condizionamento delle testate tradizionali da parte delle intelligenze artificiali e dall’altro si intravede l’apertura di nuove opportunità>.
La figura del giornalista al tempo della riproducibilità digitale della notizia è profondamente cambiata rispetto ai modelli tradizionali e ciò impone un ripensamento globale del rapporto tra informazione e tecnologie.
I processi di automatizzazione impiegati nelle redazioni giornalistiche sono sempre più diffusi nelle testate internazionali e si sono ormai consolidati in molti gruppi editoriali da diversi anni. L’Italia è un po’ indietro da questo punto di vista, anche se otto intervistati su 11 dichiarano che la propria testata usa strumenti di automatizzazione per ricercare dati on line, per inviare newsletter ai lettori, per diffondere notizie sul sito web e sui social media, per la scrittura automatica delle notizie. <Nello studio realizzato con l’Università Federico II di Napoli–spiega Carlo Verna, Presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti- si parla dei processi di automatizzazione delle attività redazionali grazie all’AI e di come l’innovazione possa migliorare il lavoro dei giornalisti, ottimizzando tempo, risorse e performance delle testate>.
Nella misura in cui le tecnologie diventeranno fedeli e apprezzate alleate delle nuove leve del giornalismo, il giornalismo professionale potrà avere un solido e costruttivo futuro. Ed è compito dei vertici della categoria dei giornalisti promuovere nei prossimi anni ricerche, studi e iniziative per rendere sempre più solido questo matrimonio.