Dopo il provvedimento del Garante della Privacy se si prova ad accedere a ChatGPT da server italiani appare un messaggio da parte del Support Team di OpenAI che dichiara: “Caro utente di ChatGPT, siamo spiacenti di informarti che abbiamo disabilitato l’accesso a ChatGPT per gli utenti in Italia su richiesta del Garante per la protezione dei dati personali… Ci impegniamo a proteggere la privacy delle persone e riteniamo di offrire ChatGPT in conformità con il GDPR e le altre leggi sulla privacy. Ci impegneremo con il Garante con l’obiettivo di ripristinare l’accesso a ChatGPT il prima possibile. Molti di voi ci hanno detto di trovare ChatGPT utile per le attività quotidiane e ci auguriamo di poterlo rendere nuovamente disponibile al più presto…”.
Sulla scia del blocco in Italia del sito web di OpenAI anche i Garanti della privacy di altri paesi europei stanno indagando per valutare se ChatGPT raccoglie illegalmente i dati degli utenti e se la tecnologia possa essere pericolosa per i minori di 13 anni, come dichiarato dall’Autorità per la privacy italiana.
Il paese che si è mosso più velocemente per indagare sul tema è stata la Germania. Il commissario federale tedesco per la protezione dei dati e la libertà di informazione, Ulrich Kelber, ha infatti affermato che “in linea di principio una decisione del genere è possibile anche in Germania”. L’indagine del Garante tedesco ha lo scopo di verificare se la tecnologia viola il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Unione Europea e quindi mira a capire se il blocco è l’azione corretta per tutelare la sicurezza dei dati e la privacy dei cittadini tedeschi. Al momento non c’è stato però ancora alcun provvedimento da parte della Germania.
Dopo la decisione del Garante Privacy italiano su ChatGPT si sono accesi anche i fari da parte di Francia e Irlanda. Un portavoce del Commissario irlandese per la protezione dei dati (DPC) ha dichiarato: “Stiamo seguendo il regolatore italiano per comprendere le basi della loro azione e ci coordineremo con tutte le autorità per la protezione dei dati dell’UE in relazione a questa questione”.
Germania, Francia e Irlanda, tramite i relativi Garanti per la protezione dei dati personali, hanno chiesto informazioni all’Italia sul divieto, sugli elementi che hanno portato alla sua imposizione e sui risultati di tale decisone.
Anche la Spagna potrebbe unirsi al gruppo di paesi che procedono contro ChatGPT, mentre il Garante svedese ha dichiarato di non avere intenzione di vietare il software di OpenAI e nemmeno di essere in contatto con la rispettiva Autorità italiana.
(S.F.)