Le innovazioni tecnologiche stanno dimostrando di essere di grande aiuto per le sfide quotidiane, ad esempio rendono possibile lo smart working, strumento che permette di effettuare il lavoro da remoto.
La tecnologia permette alle persone di trovare un equilibrio tra la vita professionale e la vita privata, rendendo dunque possibile una flessibilità maggiore nelle modalità di lavoro.
Il primo impatto importante che lo smart working ha avuto nella nostra società è avvenuto durante la pandemia di Covid-19, dando origine a nuove abitudini.
A distanza di anni però i casi di retrocessione da questo utilizzo sono stati molti, come Amazon che predilige sempre meno lo smart working e una riduzione nella personalizzazione delle esigenze produttive e reali delle aziende e delle persone.
Quando si lavora a distanza ci sono dei pericoli da gestire, ad esempio l’alienazione: l’aspetto relazionale viene messo in difficoltà, in quanto si passa da una riunione a un’altra e gli unici argomenti delle conversazioni vertono sugli obiettivi, consegne e risultati da raggiungere.
La domanda che ci si pone però è come mai le persone che sono passate dal lavoro in ufficio al lavoro in remoto fanno fatica a tornare nella condizione precedente. Una risposta potrebbe essere data dall’aver trovato il tempo di non dedicarsi solamente al lavoro ma anche alla propria famiglia e alle proprie passioni.
Un tema rilevante è quello della sostenibilità che può essere articolata in sostenibilità ambientale, sociale ed economica: si intende il mantenere la produttività conservando standard di vita per le persone.
In questo contesto, anche l’intelligenza artificiale gioca un ruolo fondamentale, in quanto può contribuire a migliorare la gestione delle relazioni a distanza, a personalizzare il proprio lavoro in base alle esigenze individuali e a rendere il lavoro da remoto più efficiente.
È stato uno studio condotto da McKinsey a rilevare che l’adozione di strumenti dotati di intelligenza artificiale ha portato a un aumento della produttività fino al 40% in specifici settori.
È capace di migliorare la collaborazione virtuale e l’organizzazione delle attività quotidiane.
Anche in termini di sostenibilità può avere un impatto positivo: l’uso dell’AI nello smart working può contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2.
Il lavoro da remoto potrebbe far risparmiare fino a 1,5 gigatonnellate di emissioni di carbonio entro il 2030.
B.P.
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