Mercoledì due utenti di Facebook hanno depositato una proposta di class action presso il tribunale federale di San Francisco: si accusa Meta di aver violato il sistema App Tracking Transparency (anche ATT) di Apple e le leggi statali e federali, raccogliendo i dati degli utenti senza il loro consenso all’interno delle sue app Facebook e Instagram.
La denuncia cita non solo la violazione delle policy di iOS ma anche quella delle leggi federali degli USA sulla privacy dei cittadini, in particolare del Wiretap Act. Quest’ultimo ha reso illegale il tracciamento delle comunicazioni elettroniche senza consenso.
Facebook sarebbe in grado di “iniettare” uno script Java nei siti visitati attraverso il browser interno, così da tracciare tutte le attività online, inclusi i testi digitati – e quindi anche le password. Meta respinge fermamente tutte le accuse.
L’anno scorso Apple aveva modificato in modo sostanziale le proprie regole di privacy, per impedire alle applicazioni di rilevare i comportamenti degli utenti su altri siti senza un consenso esplicito. La tecnica di Meta, secondo le accuse, sarebbe un modo di aggirare queste norme per continuare a raccogliere dati utili alle attività pubblicitarie. Meta ha detto che si aspetta una perdita di dieci milioni in ricavi pubblicitari nel 2022, come conseguenza dell’aggiornamento della privacy policy dell’azienda di Cupertino.
“Anche quando gli utenti non acconsentono a essere tracciati – scrivono i querelanti – Meta tiene traccia dell’attività online degli utenti di Facebook e delle comunicazioni con siti Web esterni di terze parti iniettando codice JavaScript in tali siti. Quando gli utenti fanno clic su un collegamento all’interno dell’app di Facebook, Meta li indirizza automaticamente al browser in-app che sta monitorando anziché al browser predefinito dello smartphone, senza dire agli utenti che ciò sta accadendo o che vengono monitorati”.