Le recenti direttive del Campidoglio rivolte ai suoi dipendenti stabiliscono restrizioni sull’utilizzo dei social media da parte del personale comunale, proibendo commenti critici nei confronti dell’amministrazione e disincentivando in modo deciso la condivisione di informazioni interne o confidenziali.
«Nell’utilizzo dei propri account dei social media il dipendente utilizza ogni cautela, affinché le proprie opinioni o giudizi su eventi, cose e persone non siano in alcun modo attribuibili direttamente all’amministrazione o possano lederne il prestigio o l’immagine». Anche “fare la spia” è assolutamente vietato e infatti «il dipendente non utilizza i social media per segnalare disfunzioni presenti all’interno dell’amministrazione, ma le denuncia seguendo le procedure previste», è quanto si legge nella delibera che dà il via libera al Codice.
Al di là della vita connessa, anche in quella reale, cioè durante le pubbliche relazioni, il dipendente comunale «non assume nessun comportamento che possa nuocere all’immagine dell’amministrazione». E soprattutto non deve sfoggiare la sua posizione: «Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative con con pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni il dipendente non sfrutta né menziona la posizione che ricopre per ottenere utilità che non gli spettino».
In altre parole, il nuovo Codice di comportamento enfatizza l’importanza della lealtà istituzionale e della riservatezza, imponendo ai dipendenti di evitare post, commenti e tutti i comportamenti che possano nuocere all’immagine dell’amministrazione capitolina.
Il caso del Campidoglio rappresenta solo l’ultimo esempio di una tendenza più ampia che si sta consolidando in Italia e in altre parti del mondo. Con l’aumento dell’uso dei social media e la crescente facilità con cui le informazioni possono diffondersi, le pubbliche amministrazioni sono sempre più attente a definire confini chiari per l’attività online dei propri dipendenti. Tuttavia, sarà cruciale continuare a monitorare l’equilibrio tra la protezione dell’immagine istituzionale e il rispetto dei diritti fondamentali dei dipendenti pubblici, al fine di evitare derive eccessivamente restrittive.