A distanza di cinque anni dal fallimento dei Google glass, arrivano sul mercato gli smart glasses nati dalla collaborazione tra Facebook e Luxottica. Il modello si chiama “Ray-Ban Stories” e permette agli utenti di catturare esattamente ciò che sta osservando attraverso le lenti: basta toccare un pulsante apposito oppure sfruttare le funzionalità dell’assistente vocale Facebook Assistant. Un’ulteriore funzionalità consente di connettersi all’app Facebook View per importare, modificare e condividere i contenuti catturati sui social network di proprietà di Mark Zuckerberg: Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger, Twitter, Tik-tok, Snapchat e altre ancora. È anche possibile salvare i contenuti nella fotocamera del proprio telefono e da lì, modificarli e condividerli. Infine, come recita il comunicato rilasciato dalle due società: “i Ray-Ban Stories […] offrono la possibilità di catturare foto e video in modo autentico, di condividere le avventure e ascoltare musica o rispondere alle telefonate, per rimanere in contatto con amici, familiari e tutto ciò che ci circonda”.
Tutto ciò è reso possibile da due fotocamere da 5 megapixel montate sulla parte frontale e da un sistema audio composto da tre microfoni e una serie di micro altoparlanti per riprodurre la musica senza indossare auricolari. Mentre la tecnologia Beamforming, un algoritmo che riduce il rumore di fondo, permette di effettuare telefonate in modo efficace.
I Ray-Ban Stories hanno preso diverse precauzioni per tutelare la privacy degli utenti e di coloro che si trovano nelle vicinanze: un led bianco si illumina quando viene scattata una fotografia o registrato un video e un pulsante permette di disabilitare le fotocamere e i microfoni. Tutto ciò però non rassicura il Garante della Privacy che, come riportato sul sito ufficiale, ha chiesto all’Autorità Garante irlandese (DPC, Data Protection Commission) di sollecitare Facebook affinché risponda ad una serie di quesiti prima della commercializzazione sul mercato italiano. Il Garante italiano intende acquisire elementi ai fini di una valutazione dell’effettiva corrispondenza del dispositivo alle norme sulla privacy, quindi sapere come Zuckerberg tratterà i dati personali e quali sono le misure messe in atto per tutelare le persone riprese e i minori, gli eventuali sistemi per anonimizzare i dati raccolti, le caratteristiche dell’assistente vocale collegato agli occhiali.