L’Assemblea per l’ambiente delle Nazioni Unite (Unea) ha approvato all’unanimità un documento che impegna gli Stati membri a elaborare entro il 2024 uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica. La risoluzione è stata adottata a conclusione della riunione di tre giorni dell’Unea, avvenuta a Nairobi, a cui hanno partecipato 3.400 delegati di persona e 1.500 online, provenienti da 175 Paesi, tra cui 79 ministri e 17 alti funzionari.
L’Unea ha messo nero su bianco che per ridurre in maniera efficace la dispersione di plastica bisogna agire in maniera coordinata e con strumenti vincolanti per la maggior parte dei Paesi del mondo.
Con il 75% dei 7 miliardi di tonnellate di plastica prodotti tra il 1950 e il 2017 depositato in discariche o disperso negli ecosistemi terrestri e acquatici, l’inquinamento da plastica è diventato una vera e propria epidemia. Il consumo di plastica nei Paesi sviluppati è 2,5 volte superiore a quello dei Paesi in via di sviluppo e nonostante sessanta Paesi hanno implementato divieti e tasse sugli imballaggi monouso, la necessità di un’azione coordinata a livello internazionale è di vitale importanza per ridurre l’uso della plastica e migliorare la gestione dei rifiuti.
La risoluzione sottolinea che il problema dell’inquinamento da plastica va affrontato guardando all’intero ciclo del materiale, dalla sua produzione al suo smaltimento. Il testo indica chiaramente che esistono le soluzioni tecnologiche e l’importanza di promuovere la progettazione sostenibile di prodotti e materiali in modo che possano essere riutilizzati, rifabbricati o riciclati e quindi mantenuti nell’economia il più a lungo possibile insieme alle risorse di cui sono fatti, oltre a ridurre al minimo la generazione di rifiuti, il che può contribuire significativamente alla produzione e al consumo sostenibile della plastica.